Cornovaglia on the road: il diario di un viaggio di 5 giorni

Dotata di un microclima speciale e particolarmente insolito per il Regno Unito, la Cornovaglia é il luogo ideale per un viaggio on the road.
Protesa sull’Oceano Atlantico, la penisola lascia soddisfatto ogni viaggiatore che decida di aprirsi alle sue antiche tradizioni. Assieme alla Scozia, la contea inglese rappresenta la meta perfetta per ogni amante delle escursioni, dei miti e dei paesaggi mozzafiato. Piccoli villaggi in pietra sul mare, spiagge candide, escursioni sulle scogliere ripide e delizie culinarie: queste sono solo alcune delle esperienze che potete sperimentare in Cornovaglia. Non soprende affatto come, dal 2006, sia entrata a far parte di diritto tra le mete Patrimonio UNESCO!
Che preferiate basare la vostra vacanza sul trekking, sul relax in spiagga o il turismo cittadino, la Cornovaglia saprà sempre accontentarvi lungo il vostro viaggo on the road. La vasta scelta d’attrazioni, sparse omogeneamente nell’itera area, lascia difatti spazio alla creazione di itinerari variegati e spesso molto differenti.
In questo articolo propongo il mio diario di viaggio in Cornovaglia on the road, un’escursione estiva che si snoda alla scoperta di ogni aspetto di questo piccolo angolo di paradiso britannico. Nel viaggio di cinque giorni su strada, io e i miei amici abbiamo cercato di godere al massimo dell’esperienza cornish, dedicando un po’ di tempo a ciascuna delle sue attrazioni principali.
Per vivere appieno la regione consiglio di stare una decina di giorni, in modo da godersi ogni passeggiata senza fretta e magari di perdersi un po’ e scoprire angoli bellissimi e indimenticabili. Sfortunatamente a noi questo lusso non era concesso, per cui abbiamo scelto di fermarci nei soli posti piú famosi e iconici.
Se visitate la Cornovaglia considerate anche alcuni dei luoghi delle vicine contee del Devon e del Somerset, come Salisbury, Exeter, Stonehenge, Bath, Wells, Dunster, ma anche altre zone della stessa contea come Polperro e Cape Cornwall.
Nel mio diario di viaggio forniró inoltre informazioni utili su dove dormire e su dove mangiare i prodotti tipici della zona. A seguito di questo primo viaggio, sono tornato per un on the road in Cornovaglia con Martina, approfondendo di molto la conoscenza di ogni luogo. Tutto quello che viene descritto in questo itinerario, comprese le visite ai villaggi e ai punti di interesse, ha un apposito articolo con approfondimenti, curiosità e tante foto migliori e più recenti. Se cercate una guida sulla Cornovaglia, vedete in fondo a questo post o cercate i contenuti con l’hashtag “#guida alla Cornovaglia“.
In questo blog post troverete:
- Quando andare in Cornovaglia
- Come raggiungere la Cornovaglia
- Come spostarsi in Cornovaglia
- Dove dormire in Cornovaglia
- Cosa mangiare in Cornovaglia
- Mappa del viaggio
- Il nostro viaggio on the road in Cornovaglia
- Cornovaglia on the road: Giorno 1: Raggiungere Boscastle e Tintagel (visita a Boscastle e Tintagel)
- Cornovaglia on the road: Giorno 2: Da Tintagel a St. Ives (visita a St. Nectan’s Glen Waterfall, Port Isaac, Newquay, Holywell Bay, St. Ives)
- Cornovaglia on the road: Giorno 3: Da St. Ives a Penzance (Hiking da Bottallack Mines, Land’s End, Portchurno Beach, Penzance)
- Cornovaglia on the road: Giorno 4: Da Penzance a Falmouth (Sea Safari a Penzance, Marazion Beach e St Michael’s Mount, Lyzard Point, Kynance Cove Beach, Coverack, Fallmouth)
- Cornovaglia on the road: Giorno 5: Da Falmouth a Bristol (Truro, Bristol)
- Altre esperienze da vivere in Cornovaglia
- Guida completa alla visita della Cornovaglia
Quando andare in Cornovaglia

La posizione sull’oceano fa in modo che le temperature siano sempre miti durante tutto l’anno. L’inverno e l’autunno sono i mesi piú piovosi, ma anche quelli durante i quali il turismo é quasi inesistente e i prezzi piú bassi.
La primavera é spesso imprevedibile. Le giornate sono generalmente calde ma il vento é costante. La stagione scorre veloce tra giorni di sole e piogge improvvise. Le scogliere e i prati si ricoprono di un’erba verdissima e da fiori dai colori vivaci e vispi.
L’estate é la stagione migliore durante la quale visitare la penisola britannica. Le giornate sono calde e generalmente soleggiate, il che aiuta a sostenere l’incredibile shock termico derivante dalle acque gelide dell’oceano. I mesi estivi sono anche quelli che attirano un numero maggiore di turisti, causando un incremento considerevole dei prezzi. Non fatevi comunque spaventare da questo: ogni cittadina offre una vastissima scelta di locali e chioschi take away di ottima qualità e a prezzi accessibili. Prenotando in anticipo riuscirete a garantirvi ogni giorno un posto dove dormire a prezzi molto competitivi!
Qualsiasi sia la stagione in cui sceglierete di andare, portate sempre con voi scarpe comode e vestitevi a cipolla. Non dimenticate almeno una giacca a vento: anche nei mesi piú caldi il meteo é davvero bizzarro e il nostro viaggio ne é la prova. Spostandoci per la contea abbiamo avuto una giornata di nebbia fissittima, un giorno dal sole cocente e due dalle condizioni meteo variabili. Non dimenticate inoltre un flacone di crema solare: puó sembrare strano, ma il caldo misto alla brezza fresca sono il connubio perfetto per un’ustione solare, partite preparati!
Come raggiungere la Cornovaglia

La Cornovaglia é la contea piú a sud-ovest dell’Inghilterra. L’aeroporto piú vicino é quello di Bristol, collegato da voli low cost dai principali aeroporti italiani. Se preferite atterrare a uno dei tanti aeroporti di Londra, ci sono molti treni e autobus che possono trasportarvi a Bristol, come anche alle principali cittadine della contea. Da Londra Paddington potete raggiungere le stazioni di Newquay, St. Ives oppure Penzance.
A seguito della Brexit, sono cambiate le norme per viaggiare in Regno Unito. Per informazioni vi rimando a “Brexit, cosa cambia per viaggiatori, studenti e lavoratori“.
Come spostarvi in Cornovaglia

Una volta arrivati in Cornovaglia potete decidere di muovervi con i mezzi pubblici, nonostante il modo migliore per esplorare la contea sia tramite un’auto a noleggio. Molte spiagge e alcuni villaggi isolati non sono difatti serviti dai traporti pubblici, i quali hanno spesso un numero di corse giornaliere ridotte.
Se atterrate a Londra, sconsiglio di intraprendere il viaggio in auto dalla capitale britannica. Uscire dal centro città puó essere molto stressante e impegnativo, soprattutto se non avete molta dimestichezza con la guida a sinistra. Il viaggio fino in Cornovaglia é lungo, oltre le 6 ore; e non é una buona cosa cominciare un tour on the road molto stanchi fin dal primo giorno. É molto meglio spostarsi in treno fino a Bristol, a Exeter o a Penzance, da cui intraprendere il vostro percorso su asfalto.
Per il noleggio auto mi rivolgo sempre a Rentalcars.com, un sito web comodo e trasparente.
Le strade della zona sono a tratti strette ma in generale ben tenute. Nonostante leggermente piú tortuosi e impegnativi, i percorsi sulla costiera atlantica offrono una serie costante di viste mozzaffiato, decisamente migliori dei paesaggi di campagna che si incontrano percorrendo le veloci autostrade.
Affidatevi al navigatore o a Google Maps. Ricordate che la velocità segnata sul cruscotto dell’automobile é in miglia orarie, non in Km/h; e che i limiti di velocità sono differenti da quelli italiani.
I parcheggi sono quasi tutti a pagamento. Munitevi di molte monete o pagate scaricando l’app indicata sul parchimetro. Prestate peró attenzione, vicino alle spiagge piú isolate spesso non c’é segnale telefonico.
Dove dormire in Cornovaglia

Soggiornando in Cornovaglia vi consiglio di sfruttare le guesthouse, spesso disponibili su piattaforme come Booking.com e Airbnb . Molte di queste sono ricavate da vecchi cottage e case di pescatori, come anche da fattorie nell’entroterra. La formula delle guesthouse é molto diffusa nel Regno d’Inghilterra, di Galles, d’Irlanda e di Scozia. L’esperienza prevede di essere ospiti in camera private nella casa del proprietario, il quale sarà pronto ad accogliervi al vostro arrivo, a gestire il vostro soggiorno e a cucinarvi la colazione al vostro risveglio. Se preferite gli alberghi o gli ostelli ce ne sono molti, nonostante la scelta scenda a poche scelte nelle cittadine piú piccole. Se possibile, per dormire scelgo sempre le guesthouse, perché fanno vivere la vera esperienza British!
Sono moltissime inoltre le aree campeggio sparse per tutto il territorio, anche su piccoli terreni offerti dai privati sulla costa. Se non amate dormire in tenda potete sempre scegliere una piccola roulotte o una capanna in legno, nello stile delle piú autentiche esperienze glamping!
Cosa mangiare in Cornovaglia

In Cornovaglia si mangia molto bene, penso molto meglio di altre zone del Regno Unito e soprattutto della grande e famosa Londra, con i suoi molti rinomati stellati.
- Il pesce servito al tavolo di ristoranti e pub é freschissimo e di prima qualità. La regione é particormente famosa per la pesca e per la preparazione di piatti a base di granchio, servito molto spesso in modalità street food.
- In un viaggio in Cornovaglia non potete mancare le Cornish Pasty, le tipiche focacce ripiene solitamente di carne e di patate. Queste erano preparate originariamente dalle mogli dei minatori per fornire un pasto abbondante e sostanzioso. Costano solo pochi pound, sono enormi ma soprattutto sono favolose! Se siete fortunati potete trovare, oltre alle diffuse versioni vegetariane, anche Cornish Pasty ripiene di gamberi e purea di granchio.
- In Cornovaglia mangerete tra i migliori fish and chips del Regno Unito, resi deliziosi dalla panatura leggera e croccante, molto spesso a base di birra.
- La contea é difatti famosa per la produzione di ottime birre (tra cui la Tribute, una delle mie preferite), di sidro (come l’Healey’s Cornish Cider), di rum (consiglio il Cape Cornwall) e di gin (di cui consiglio il Tarquin’s Cornish Gin).
- Durante il pomeriggio valutate un rilassante Cream Tea, a base di té, scones e biscotti. Come potete leggere, la tradizione del té pomeridiano ha origine nelle contee di Cornovagla e Devon, dove viene ancora oggi bevuto in giardino o sulla costa durante le giornate di sole.
- Per finire, non mancate di assaggiare il gelato alla vaniglia, potete trovarlo un po’ ovunque ed é squisito!

Mappa del viaggio
Vista la conformazione geografica, la Cornovaglia si presta come una meta perfetta per un viaggo on the road estivo. Per questo motivo é possibile girare l’intera regione con un itinerario a “cerchio”, seguendo la linea costiera dove si trovano le principali mete turistiche e le moltissime spiagge d’accesso alle acque candide e rilassanti dell’oceano.
L’itinerario proposto segue la strada maggiormente tracciata dai viaggiatori su ruota in Cornovaglia. Potete adattarlo facilmente alle vostre esigenze aggiungendo o togliendo fermate a seconda di quanti giorni deciderete di dedicarvi.
Per consigli su come organizzare e gestire un viaggio on the road, vi rimando all’articolo “Come organizzare un viaggio on the road e renderlo meraviglioso“.
Il nostro viaggio on the road in Cornovaglia

L’idea di partire per la Cornovaglia rimuginava già da tempo, da quando un mio caro amico l’aveva proposto durante una cena in compagnia raccogliendo il consenso generale. La contea attira turisti e viaggiatori da tutto il mondo, ed é meta ambita da tutti inglesi, che fanno a gara per comprarsi un piccolo cottage dove poter passare le vacanze estive.
Per questo motivo all’uscita del lockdown nazionale, alle porte dell’estate, complici le notizie di cittadini britannici che si erano ritirati in Cornovaglia per lavorare in smart working, abbiamo deciso di buttarci nell’impresa per arrivare a capire cosa questa regione avesse di tanto fantastico da spingere le persone a smuovere mari e monti pur di visitarla.
Nell’arco di meno di un mese abbiamo raccolto i consensi, prese le auto, prenotati gli alloggi e tracciato l’itinerario. Siamo partiti in 8 amici con due auto da Guildford, dove abito, all’insegna di un’impresa che ha sancito avvenimenti che, nel giro di 5 giorni, sono entrati come macchie indelebili negli annali della nostra amicizia.
Cornovaglia on the road: Giorno 1: Raggiungere Boscastle e Tintagel
Quando dico che l’imprevisto é sempre dietro l’angolo parolo purtroppo per esperienza personale. Prenotando all’ultimo secondo ci siamo dovuti affidare a due compagnie di noleggio auto differenti. Mentre al mio amico hanno consegnato la vettura in tempi brevi e senza alcun intoppo (da Entirprise), al mio arrivo all’altra concessionaria (Europcar) mi sono ritrovato le porte chiuse.
Il motivo? Chiusura eccezionale per Covid. Bene, chiamato il centro clienti ho scoperto che nessuno mi aveva avvisato che sarei dovuto andare a ritirare l’auto in un’altra concessionaria, in una cittadina a 40 Km di distanza. Il risultato? Ho litigato con loro per un’ora, sono dovuto andare in taxi con metà dei miei accompagnatori a prendere l’auto mentre gli altri ci seguivano nell’altra. Alla fine hanno ammesso i loro errori, mi hanno rimborsato le spese extra e mi hanno promesso che sarebbero stati aperti per il ritiro dell’auto. Questo simpatico imprevisto ci era peró costato tre ore del nostro viaggio, che ha dovuto subire tagli e ritardi che ci hanno portato a dover rinunciare ad alcune delle esperienze programmate per la giornata.
Dopo circa 4 ore di guida e un paio di brevi pause raggiungiamo il punto di inizio della nostra avventura on the road: la costa settentrionale della Cornovaglia, quella delle alte scogliere a strapiombo note come High Cliffs. Visto il grande ritardo accumulato in giornata decidiamo di saltare la prima fermata, Bude per dirigerci direttamente a Boscastle. Bude é una nota località marittina, caratterizzata da spiagge bianche, scogli neri ed erba alta.
Stanchi di un lungo pomeriggio passato al volante, ció che ambivamo solo a raggiungere era l’oceano, ma vedevamo davanti a noi solo vaste distese verdissime decorate qua e là da qualche fattoria isolata. Fortunatamente, al calar de sole, iniziamo a scorgerlo, all’improvviso, dipinto dai mille colori caldi del tramonto. Ancora non lo sapevamo, ma la Cornovaglia é fatta cosí, di altissime scogliere a strapiombo sul mare dalle quali, di tanto in tanto, si aprono delle piccole insennature che nascondo minuscole e incontaminate spiaggette di sabbia, chiamate Cove.
La vista del mare sembra darci nuova energia ed entusiasmo, per cui spingo sul pedale dell’accelleratore, e seguiamo la strada, che improvvisamente si fa piú tortuosa e inizia a scendere in una stretta valle nascosta per dirigersi verso Boscastle.
Boscastle

Il piccolo villaggio di Boscastle (qui il nostro approfondimento) sorge in una stretta vallata circondata da montagne rocciose alte oltre 200 m. Nella gola tanto simile a un fiordo norvegese, tagliata a metà da un grazioso fiumiciattolo attraversato da ponti, sorgono solo pochi edifici tra cui un supermercato, alcune botteghe e un pub molto caratteristico.

A Boscastle si trova il Museo delle Streghe, a ingresso grauito, dedicato alle tradizione celtiche e alla storia della magia. Seguendo il torrente verso l’oceano si arriva al piccolo porticciolo, da cui si snodano molti sentieri a risalire la costa, dalla cui sommità si gode di una vista da lasciar senza fiato.


Desiderosi di vedere il tramonto ci arrampichiamo per il viottolo di sinistra, diretti al vicino faro. Dopo 15 minuti lo raggiungiamo, sfortunatamente troppo tardi per vedere il sole scomparire, ma in tempo per sfruttare la luce e godere dello spettacolo straordinario: da un lato i campi e le fattorie, dall’altro il terreno che scompare, a strapiombo, e l’immensità dell’oceano a sostituirlo. Prima che faccia buio torniamo all’auto e ci dirigiamo a Tintagel, dove soggiorniamo per la notte.




Tintagel (10 minuti – 7 Km )

Tintagel é un piccolo villaggio sulla costa nord, famoso per essere la location del castello che si vocifera abbia dato i natali a Re Artú. Nonostante la maggior parte dei luoghi dedicati alla mitologia celtica si trovino in Galles, Tintagel si difende bene grazie alle rovine aroccate sull’oceano dalle acque turchesti e le misteriose grotte al livello del mare. Se riuscite, non mancate di raggiungere la zona per l’ora di tramonto. Purtroppo noi l’abbiamo perso, ma in molti ci hanno descritto lo spettacolo della piccola penisola colorata dai molti colori caldi come qualcosa di sensazionale.
Oltre al castello non mancate di visitare il Post Office del villaggio, l’ufficio postale piú antico d’Inghilterra, divenuto un vero e proprio monumento nazionale. Per una guida piú approfondita di Tintagel e delle sue attrazioni vi rimando all’articolo “Il castello di Tintagel in Cornovaglia: visita al luogo di nascita di Re Artú“.
Arrivamo a Tintagel con poca luce e le cucine di pub e ristoranti sono sfortunatamente chiusi. Dopo una passeggiata sulla costa che conduce alla chiesa e al cimitero dalle lapidi grigie e ricoperte di muschio dall’aspetto sinistro e cinematografico, ci avviamo verso al vicino castello. Sfortunatamente é già buio, per cui desistiamo e decidiamo di risalire al viaggio, dove abbiamo comperato delle Cornish Pasty e dei panini da mangiare in stanza. Prima peró, abbiamo speso un paio d’ore in compagnia al pub del Tintagel Hotel, dove abbiamo fatto conoscenze particolarmente divertenti.
La struttura é gestita da un gruppo di giovani ragazzi simpatici e per bene. Gli stessi curano anche l’ostello dove abbiamo dormito, il Dolphins. Viaggiando in 8 abbiamo prenotato una camera tutta per noi, con bagno privato. La cucina, in comune con gli altri ospiti, offriva la colazione da preparare da soli. La scelta, molto ampia, includeva diverse bevande come latte, té, caffé, succhi di frutta, da accoppiare a cereali, biscotti, pane da servire con marmellate, miele e cioccolata.
Cornovaglia on the road: Giorno 2: Da Tintagel a Saint Ives
I ritardi del giorno precedente ci costringono a dover cambiare i nostri programmi. Dopo un’abbuffata a colazione, usciamo in strada dove ci aspetta uno scenario degno dei migliori racconti arturiani. Il villaggio é completamente immerso nella nebbia e le strade sono quasi deserte. Nonostante il meteo inaspettato, non ci facciamo scoraggiare. Comperiamo una Cornish Pasty da The Cornish Bakery su Castle Road e scendiamo, incamminandoci nuovamente verso il castello lungo il ripido percorso nella stretta vallata costeggiata da un piccolo torrente.


Sfortunatamente, a causa delle avverse condizioni meteo, il castello é chiuso. Come ci ha raccontato la proprietaria della pasticceria, questo purtroppo puó capitare, motivo per cui vi consiglio di controllare il sito web ufficiale per rimanere aggiornati sugli orari. Nonostante l’imprevisto, riusciamo comunque a goderci la mattinata, visitando le rovine sul lato della terraferma (ad accesso gratuito), il punto panoramico e la piccola spiagga di Heaven Cove. Qui, durante la bassa marea, é possibile entrare nell’oscura grotta di Merlino, luogo dove si vocifera il druido si ritirasse per compiere i suoi riti magici. Durante le giornate di sole la zona é molto bella: si gode di una vista spettacolare sul mare turchese e sono molti i percorsi escursionistici da seguire sulla costa.

Nonostante il meteo sembra migliorari, decidiamo di fare i bagagli e di risalire in auto, per visitare la vicina oasi naturale di St. Nectan’s Glen Waterfall.
St. Nectan’s Glen Waterfall (5 minuti – 2.3 Km)

- Orari di apertura: Gli orari subiscono variazioni a seconda della stagione. Vi consiglio quindi di visitare il sito web ufficiale;
- Durata della visita: da 2 a 3 ore;
- Costo dell’ingresso:
- Intero: 5.95 £;
- Bambini (5-15 anni): 4.70£;
- Studenti (con valida carta dello studente): 4.95£;
- Concessione (adulti 60+): 4,95£;
- Famiglia (2 adulti e 1 bambino): 12.95£;
- Famiglia (2 adulti e 2 bambini): 17,95£;
- Sito web ufficiale: https://www.st-nectansglen.co.uk/;
Quella di St. Nectan’s Glen é una piccola oasi di pace situata in una glen, termine gallese che sta a indicare una piccola valle attraversata da un corso d’acqua con bassi monti e colline molto ripide al fianco. L’area é raggiungibile da vari punti d’accesso. Quello piú vicino a noi ci porta in un prato adibito a parcheggio, dove lasciamo le auto al controllo di un ragazzo della zona. Da qui scendiamo uno stretto sentiero tra i boschi, che ci porta a percorrere una piacevolissima mezz’ora costeggiando il tranquillo ruscello, in un tracciato tra la fitta vegetazioni, piccole cascate e scalinate abozzate sulla roccia. Il percorso del Woodland Walk é alla portata di tutti, anche degli escursionisti meno esperti. Se necessitate di raggiungere l’ingresso al sito piú comodamente potete scegliere il parcheggio dell’ingresso principale, a ridosso del parco e del café.


Raggiunti il negozio di souvenir e il piccolo ufficio clienti, comperiamo i biglietti e scendiamo lungo la scalinata, per vedere un primo salto d’acqua intermedio. Sul fondo della valle si trova la la St. Nectan’s Kieve, una spettacolare cascata di quasi 20 metri che attraversa un buco nella roccia. La piccola conca percorsa dall’acqua bassa é considerata dai turisti uno dei luoghi piú spirituali del Regno Unito. Per questo motivo, nel corso degli anni hanno legato nastrini colorati agli alberi, costruito torrette di pietre piatte o hanno lasciato incastonate le loro monete nei tronchi abbattuti. A causa della speciale flora e fauna locale, nel 1985 l’area é stata designata come Sito d’interesse scentifico speciale.

Siamo rimasti nella conca circa un’ora, durante i quali ci siamo tolti le scarpe e abbiamo fatto riposare i piedi nella bassa acqua ghiacciata. Volendo, é possibile noleggiare degli stivali di gomma alla reception. Alcuni di noi hanno adirittura fatto un bagno sotto la discesa d’acqua, scelta che ho deciso di evitare viste le acqua gelide del torrente.
Ripercorrendo rapidamente il sentiero siamo risaliti in auto per dirigerci verso la terza tappa della giornata, Port Isaac, una splendida cittadina portuale (trovate qui la guida di approfondimento).
Port Isaac (25 minuti – 19 Km)

Arrivati a Port Isaac abbiamo visto come sia la fermata perfetta dove passare il nostro pranzo, per questo decidiamo di restare piú a lungo. Nato come porto di marinai, é ormai una delle mete turistiche piú frequentate della Cornovaglia, il che spiega i noiosi e continui andirivieni e la mezz’ora spesa nel cercare un parcheggio per l’auto. Parte della fama é dovuta alla storica bellezza della zona portuale, luogo d’origine del villaggio, dove le case basse in pietra, i peschereggi arenati, lo stridio continuo dei gabbiani e l’odore di salsedine fanno respirare la vera essenza della Cornovaglia. La fama e il fascino unico hanno portato molti scenografi e sceneggiatori a scegliere Port Isaac come location delle loro storie, come accade per il film “L’erba di Grace” e per la serie televisica “Doc Martin“.

Nel visitare Port Isaac non mancate di provare il delizioso granchio, servito semplice o sotto forma di sandwich al minuscolo mercato coperto del pesce, come anche le altrettanto rinomate Cornish Pasty, sfornate calde davanti a voi. Io ho preso una Cornish Pasty e un enorme sandwich al granchio da The Krab Pot. Erano entrambi deliziosi! La contea é inoltre famosissima per lo squisito gelato alla vaniglia. Passeggiando tra le stradine e le casette dai tetti d’ardesia si raggiunge la rampa del porto. Nella piazzetta di fronte al mercato si trova una delle gelaterie migliori dell’intera Inghilterra, Buttermilk Shop, dove potrete gustare il gelato assieme a delle ottime lecornie cornish.

Quando siete all’aperto fate attenzione ai gabbiani! Sono estremamente agressivi e per nulla educati. Si fiondano sul cibo inaspettatamente, molto spesso in piccoli stormi, come ho visto accadere a molti sfortunati turisti. I gabbiani sono stati i nostri continui accompagnatori per l’intero viaggio, nonostante, forse spaventati dalle dimensioni del nostro gruppo, non abbiano mai tentato nessun approccio con noi.
Il South West Coast Path, alla sinistra del porto, é un breve tragitto che dal porto porta alla costiera a strapiombo, con una vista spettacolare sulle onde e sul villaggio di Port Isaac. Sfortunatamente il ritardo accumulato in mattinata ci porta a desistere, per scegliere il meno impegnativo ma altrettanto suggestivo percorso sulla costa fino a Portween View.
Un’altro porto pittoresco da visitare nelle vicinanze é quello di Padstow. In alternativa potete scegliere di spostarvi vesto Bodmim, capitale storica della Cornovaglia, oggi famosa per la sua rinomata brughiera, la Bodmim Moor. Nelle vicinanze si trova anche il lago di Dozmary, tra le cui acqua si narra Re Artú entró in possesso di Excalibur!
Nonostante il meteo non si sia aperto a piú di un timido sole tra le nuvole, la giornata e calda e il richiamo del mare troppo forte. Per questo motivo ci dirigiamo brevemente a Newquay, cittadina non molto caratteristica ma molto apprezzata dai surfisti, che la scelgono per le oltre 7 miglia di spiagge di sabbia bianca. Nelle vicinanze si trovano alcune tra le spiagge piú belle della Cornovaglia, tra cui Fristal e Holywell Bay, la nostra destinazione.
Viaggiando da Port Isaac a Newquay troverete anche un’altra spiaggia molto suggestiva, Mawgan Porth Beach.
Holywell Bay (48 minuti – 47 Km)

Nascosta dalle alte dune ricoperte di erba vivace, Holywell Bay é un’enorme distesa di sabbia chiarissima. La spiagga é lontana dal centro turistico di Neqway e per questo molto meno frequentata di Porth Beach e Newquay Beach. Personalmente l’ho preferita alle altre citate, in quanto molto piú autentica e visivamene d’impatto. Vi troviamo qualche surfista, poche famiglie e gruppi di ragazzi isolati. Il mare é pulito e l’acqua poco alta, per cui ci concediamo una rilassante nuotata prima di ritarci in spiagga, dove passiamo un pomeriggio rilassante sgranocchiando qualche snack e giocando a beach volley. Nelle vicinanze si trova Holywell Cave, una piccola caverna d’origine calcarea visitabile con la bassa marea. Nello stesse condizioni si puó inoltre scorgere, al largo, il relitto di un vecchio galeone argentino.
Poco piú a sud si trova un’altra piagga tra le piú belle della Cornovaglia, Perranporth Beach.

Verso le 18:00 il venticello costante inizia a infreddolirci, per cui ci incamminiamo verso l’auto e ci dirigiamo verso St. Ives, luogo del nostro pernottamento.
Se vi rimane tempo, nel percorso verso St. Ives consiglio di fare una piccola deviazione verso Godrevy Point, un punto panoramico da cui si puó godere di una vista suggestiva su uno stupendo faro bianco, costruito sul cucuzzolo di un isolotto in mezza al mare, a poche decine di metri dalla costa. Si dice questo sia il faro che ha ispirato Virginia Wolf nella stesura del suo romano “Gita al faro“.
St. Ives (45 minuti – 50 Km)

Saint Ives (qui la nostra guida) é stata nominata nel 2007 come la miglior località balneare del Regno Unito dal quoditiano The Guardian, e la notizia non mi sorprende! Da piccolo villaggio di pescatori, oggi Saint Ives é chiamata la Riviera inglese e offre ristorantini raffinati, gite in barca e tavolini all’aperto, da cui bere un aperitivo al tramonto. Gli abitanti del luogo stanno cercando molto attivamente di fermare la galoppata turistica, che vede oramai molte delle case convertite in residenze estive, con un conseguente vertiginoso aumento dei prezzi per gli abitanti del luogo.

Il loro operato sta funzionando bene: nonostante la modernizzazione abbia cambiato il suo volto, la cittadina resiste e conserva ancora i tratti caratteristici del passato con un viavai di stradine in salita tra le case basse in pietra bianca, il porto storico a raccontare la tradizione della pesca e molti negozietti e botteghe dal sapore d’altri tempi.
A St. Ives sono legati molti artisti, le cui opere si trova nel museo TATE St. Ives, la galleria d’arte moderna sede distaccata della più famosa TATE londinese.
Al nostro arrivo la cittadina é fin troppo affollata, il che ci spinge a separarci per trovare un parcheggio. Il mio consiglio é quello di lasciare l’auto in uno degli ampi parcheggi sulla collina, per poi scendere a piedi verso la zona portuale. Questo é quanto hanno fatto i nostri amici, che hanno raggiunto il lungomare molto prima di noi, che abbiamo cercato un posto auto in uno dei parcheggi vicino al porto. Se preferite non dover affrontare la strada in salita al ritorno, potete lasciare l’auto dall’altro lato di St. Ives, vicino al museo Tate.
Stanchi dalla giornata, facciamo una breve passeggiata sul lungomare, fin troppo affollato, prima di fermarci per cena. Il porto é fin troppo ricco di scelte, da pub, ristorantini, bar e molti locali take away. Prendiamo un fish and chips che portiamo sugli scogli di Portggwidden Beach, sotto l’occhio vigile dei gabbiani, tornati a farci compagnia. Passeggiamo un po’ tra i vicoli, le case dei pescatori e i negozietti per fermarci in un piccolo pub, The Sloop Inn, famoso anche per l’otimo cibo.
Viaggiare in 8 persone ha purtroppo i suoi limiti, tra cui quella di trovare un pernottamento che sia in grado di ospitarci tutti. Per dormire dobbiamo quindi spostarci ancora per raggiungere una guesthouse, un’ex fattoria nella campagna vicina, Random Stack Farm Gwithian. Il luogo era forse un po’ lontano ma i letti erano comodi, le stanze pulite con bagno privato, la proprietaria gentilissima e la colazione deliziosa!
Cornovaglia on the road: Giorno 3: Da Saint Ives a Penzance
Botallack Mines (30 minuti – 30 Km)

La Cornovaglia é ricca di sentieri e di percorsi per gli amanti delle escursioni. Fare trekking in Cornovaglia significa camminare su tracciati costieri che portano a spiagge selvagge, scoprire piccole perle nascoste e conoscere la vera storia che sta dietro le leggende che hanno contraddistinto la contea.
Una di queste é quella legata alle miniere abbandonate sparse per tutto il territorio. Fin dal Neolitico la Cornovaglia é una regione ricca di minerali, in particolar modo di stagno e di rame, la cui estrazione dal 1800 fino agli anni ’90 ne hanno contraddistinto la principale fonte di reddito. Non a caso la contea era nota come la miniera della Corona. A seguito della chiusura dei giacimenti, molti dei quali costruiti a picco sulle coste ripide, la regione ha subito una forte decrescita economica, fino alla rivalutazione a seguito della riqualificazion grazie anche al patrocinio UNESCO, che ha reso le ex miniere sede di musei o ha proposto percorsi turistici per poter scoprire più a fondo come avveniva l’estrazione dei minerali.
Attratti dallo scenografico spettacolo delle miniere a ridosso dell’oceano, scegliamo di dedicare la terza mattina del nostro viaggio a una passeggiata nella zona dei villaggi di Botallack e di Pendeen.
Nel farlo evitiamo la rapida strada verso Penzance per preferire il tracciato sul littorale. Nonostante si presenti spesso tortuoso, ne assaporiamo ogni chilometro. La giornata é calda, il vento soffia leggero e i colori dei prati e dell’oceano sono sgargianti.
Quella di Bottalack é una delle miniere piú conosciute della regione. Una volta arrivati al Botallack National Trust Car Park, lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio (a pagamento) e ci incamminiamo attraverso la torba e l’erba brillante che costeggia il sentiero.
Il tragitto scelto va dalla miniera di Botallack al faro di Pendeen, la Pendeen Lighthouse. Litinerario é di media difficoltà e si snoda tra la verde campagna, attraversando molte delle rovine minerarie della zona.

A tratti, a volte molto lunghi, il sentiero si allontana molto dalla costa per immergersi nella campagna, a esempio per dirigersi verso la vicina sede della Geevor Tin Mine, un’antica miniera di stagno oggi convertita in museo sull’estrazione dei minerali e sulle condizioni dei minatori che vi lavoravano. Per informazioni su come organizzare una visita, vi rimando al sito web ufficiale.

Noi siamo troppo affascinati dallo spettacolo dell’oceano e dello straordinario gioco delle onde sugli scogli. Per cui decidiamo di lasciare il sentiero principale per seguire un pecorso piú stretto vicino ai bordi delle ripide scogliere, che, come scopriamo, ritornava comunque alle miniere ogni volta che arrivavamo alla prossimità di una di queste.


Il sentiero roccioso disseminato da blocchi di granito ci spinge a seguire continui saliscendi che ci stancano molto, ma siamo ripagati dalla presenza costante dell’oceano e dal suono rilassante delle onde. Il percorso porta alla scoperta di molte insennature e panorami mozzaffiato, dove nidificano moltissimi volatili.
Una delle rivelazioni piú sorprendenti é stata qualla di un pozzo gigantesco e profondissimo, ricoperto da una spessa grata di metallo. Come abbiamo poi scoperto, questa era una via di fuga per i minatori dalla rete di cunicoli sotterranei che si snodavano sotto ai nostri piedi.

A differenza di quanto sperimentato nella prima tratta del nostro viaggio, la giornata era caldissima. Arrivati alla Pendeen Lighthouse scendiamo nella vicina Boat Cove, una piccola insennatura tra le rocce dove in passato pirati e contrabbandieri approdavano per i loro traffici loschi. La minuscola spiaggetta da su una serie di scogli scuri, dove le nostre spalle accaldate trovano finalmente un po’ di ristoro tra le acque gelide. Se decidete di fare un bagno qui prestate molta attentione. Nonostante a una prima vista non si noti, le acque sono molto profonde e gli scogli scivolosi.

Il breve bagno ci da l’energia di rimetterci in cammino. Questa volta abbandoniamo il percorso costiero per deviare verso il villaggio di Pendeen, dove ci fermiamo per pranzo prima di affrontare la strada che ci separa dall’auto. Nonostante le desolazione di questo villaggio, che un tempo ospitava oltre 5000 abitanti, i pochi cittadini rimasti rispondono sempre con calore e gerosità, doni semplici da offrire ma che ti fanno sentire in un luogo davvero speciale.
Land’s End (35 minuti – 29 Km)

Land’s End é il punto piú occidentale della Gran Bretagna. Il nome ha origine dalla sua leggenda, che narra come in passato si credesse che questo fosse il posto dove finisce il mondo, per cui le persone si perdevano a osservare la linea dell’orizzonte dove, ancora oggi nella giornate di sole, sembra che il mare e il cielo di uniscano in un’unica sostanza. Nonostante le verdissime scogliere e i percorsi escursionistici sull’oceano rimangano molto piacevoli da vedere, Land’s End non ci colpisce molto. Il parco turistico costruito negli anni Ottanta ne ha decisamente rovinato l’atmosfera, che vede ora folle di turisti ammassarsi per fare una foto o per comperare un ricordo dai molti negozi di souvenir sparsi.
Se non altro, da Land’s End partono alcuni degli itinerari escursionistici costieri piú belli della regione, come quello per raggiungere il Minnack Theatre e l’altro, in direzione opposta verso Sennen Cove, un piccolo villaggio completamente esposto sulla spettacolare baia con un tratto di spiaggia bianca di oltre 3 chilometri.

Per questo motivo, oltre che la scocciatura di un parcheggio pagato decisamente troppo caro (oltre 6£!), ci pentiamo della nostra fermata e ci restiamo poco, per spostarci verso un luogo dove si riesce ancora respirare aria fresca e la vera essenza della Cornovaglia.
Portchurno Beach (13 minuti – 6.5 Km)

Situata in una stretta insennatura tra le scogliere, Portchurno Beach é una delle spiagge piú belle della Cornovaglia. Pensate, fa parte delle 10 spiagge piú belle al mondo! La sabbia finissima e bianca crea con le sfumature celesti dell’oceano un contrasto di colori unico e difficile da replicare. Se riuscite consiglio di andarci verso l’ora di pranzo. Le alture rocciose gettano ombre lunghissime sullo stretto lembo di terra che, assieme al vento incessante, posso rendere la permanenza in spiagga a tratti fredda, soprattutto dopo un bagno in quel punto del mare, dove l’acqua é davvero gelida!

Noi ci abbiamo speso un paio d’ore, nonostante la noia di spostare spesso gli asciugamani pur di restare al sole.
Nelle vicinanze si trova il Minack Theatre, un teatro in granito che offre uno dei punti panoramici piú suggestivi dell’intera penisola inglese. Durante le sere estive ospita ancora rappresentazioni teatrali, per cui é necessario prenotare i biglietti con largo anticipo. Sfortunatamente siamo arrivati a Portchurno nel tardo pomeriggio, trovando l’accesso al teatro chiuso. Per questo motivo decidiamo di spendere il resto della giornata a rilassarci in spiaggia, per poi muoverci verso Penzance, luogo della nostra terza notte in Cornovaglia.

A Penzance soggiorniamo al The Stanley Hotel, poco lontano dalla zona portuale. Le camere, con bagno privato, erano semplici ma pulite e moderne. L’hotel gode di un pub privato per i clienti e di una piccola sala pranzo, luogo dove la mattina dopo ci viene servita la colazione, inclusa nel prezzo della stanza. Sfortunatamente l’albergo non ha un parcheggio privato, per cui dobbiamo accontentarci di un parcheggio a pagamento nelle vicinanze.
La cittadina é una delle mete turistiche piú frequentate della contea. I pub e i ristoranti erano tutti troppo affollati, per cui comperiamo un kebab che ci accompagna in una tranquilla passeggiata nella zona del porto.
Penzance é ricca di ottimi pub. Il mio coinquilino, originario della regione, mi ha consigliato Admiral Benbow, The Bath Inn, Tolcare Inn. Fraser’s Fish and Chips preprare un ottimo fish and chips, mentre Auntie Mays preprara le migliori Cornish Pye della contea.
Se volete assaggiare il miglior gelato in assoluto, questo viene da S. Jelbert’s, nella vicina Newlyn.
Cornovaglia on the road: Giorno 4: Da Penzance a Falmouth
Penzance (23 minuti – 16 Km)
Penzance si presta come la nostra prima fermata del lato della Cornovaglia che si affaccia sulla Manica. Divenuta molto celebre tra i nobili britannici in età Vittoriana, Penzance forma con Newlyn e Mousehole tre villaggi di pescatori tra i piú pittoreschi dell’intera contea. Oggigiorno é una cittadina rigogliosa di palme, giardini tropicali e botteghe d’arte e si presta come un luogo ideale da cui partire ogni giorno per visitare la contea.
Dopo una colazione a base di full english breakfast, a Penzance decidiamo di fare un’escursione in barca per osservare la fauna marattina, di cui le coste attorno la Cornovaglia gode di una comunità molto attiva.
Noi abbiamo optato per un Sea Safari di 2 ore con Marmaid al costo di 18£ a persona. Sono molte le compagnie a offrire esperienze simili anche nelle altre cittadine principali, soprattutto Newquay, Padstow e St. Ives. Queste aree della Cornovaglia sono inoltre ideali per gli amanti del birdwatching, soprattutto nei pressi della Lizard Peninsula, che ospita molissime specie di volatili, oltre alla presenza di molti animali acquatici quali le foche, elefanti marini, delfini e a volte squali e tartarughe marine!

La nostra spedizione in alto mare é stata molto propizia! Appena 15 minuti dopo essere usciti dal porto, la nostra piccola barca é stato circondata da un piccolo gruppo di delfini molto giocosi, che ci hanno seguito per qualche minuto. All’altezza di St. Clement’s Isle, di fronte al piccolo villaggio di Mousehole, siamo inoltre riusciti a scorgere le teste di alcuni elefanti marini, addormentati a pelo d’acqua.

L’idea di una breve crociera risulta una trovata positiva, perché ci permette di vedere la costa da un punto di vista esclusivo. Riusciamo anche ad avvicinarci a due tra i porti piú caratteristici della regione, quello di Newlyn e di Mousehole, che altrimenti non saremmo riusciti a visitare.

Tornando verso il porto il capitano scambia alcuni messaggi radio e decide di cambiare rotta, dirigendosi all’improvviso verso l’isola di St. Micheal’s Mount. Il motivo é presto svelato. Un peschereccio nelle vicinanze aveva avvistato un altro branco di delfini, con oltre 15 esemplari, che ci passa accanto e sceglie di accompagnarci per oltre mezz’ora.
Tornato al porto, forse per l’adrenalina, forse per la stanchezza accumulata nei giorni di viaggio, decidiamo di fermarci per pranzo al The Dolphin Tavern, un pub caratteristico con tavolini sul porto dove mangio un ottimo filetto di sgombro concludendo con uno sticky toffee pudding.
Sazi e molto allegri, risaliamo in auto e ci spostiamo verso la vicina spiaggia di Marazion, il luogo che offre la vista migliore su St. Micheal’s Mount.
St. Michael’s Mount (48 minuti – 47 Km)

Come per l’omonimo Moint Saint Michel in Normandia, St. Michael’s Mount é un piccolo promontorio che si staglia al centro del mare. A rendere magico il luogo é il fenomeno delle maree, che lo isola e lo rende accessibile con le sole imbarcazioni al salire dell’acqua. Durante la basse marea una stradina lastricata lo rende raggiungibile a piedi o tramite un servizio d’autobus a pagamento. L’abazzia benedettina che si staglia sulla piccola collina é visitabile, al prezzo di circa 8 euro. Anche i giardini sono meravigliosi e si possono visitare acquistando un biglietto a parte. Per saperne di piú, vi rimando al sito web.
Arrivati alla spiaggia di Marazion il livello del mare é già alto, per cui fermiamo l’auto solo per ammirarlo meglio e per sgranchirci un po’ le gambe. Inoltre, inizia a salire il vento che porta con sé delle minacciose nuvole temporalesche, per cui ci rifugiamo in auto per dirigerci verso la penisola di Lizard, il luogo ideale per gli amanti della natura, alla cui magnificenza andrebbero dedicati almeno un paio di giorni.
Sfortunatamente siamo solo di passaggio, per cui a malincuore decidiamo di dedicare un po’ di tempo al solo Lizard Point, il punto piú a sud del Regno Unito.
Lyzard Point (37 minuti – 34 Km)

Lizard Point é uno stretto promontorio sul mare della Manica, punteggiato da innumerevoli scogli. Si narra come siamo stati moltissimi i naufragi su questa costa, ragione che ha portato alla costruzione di uno dei fari piú grandi della zona. La località é ricca di negozietti ma si presenta molto piú piacevole e rilassante di Land’s End. Il punto panoramico, raggiungibile in auto o con una breve passeggiata di 10 minuti dalla piccola piazza commerciale, é stato valorizzato e conserva ancora l’antico splendore dei tempi passati.
Nelle vicinanze potete trovare il Marconi Centre, il museo creato in onore di Guglielmo Marconi che scelse questo punto per realizzare molti sei suoi esperimenti sulle tramissioni radio.
Da Lizard Point si snodano molti sentieri e percorsi. Tra i piú panoramici ci sono quelli che portano a Mullion Bay e a Kynance Cove Beach, considerata una delle spiagge piú belle d’Europa.
Kynance Cove Beach (12 minuti – 3.5 Km)

La spiaggia di Kynance Cove rappresenta la mia preferita incontrata fin’ora in Cornovaglia. Oltre che tramite il sentiero la località, tanto simile a una baia caraibica, si raggiunge guidando per 10 minuti su di una strada sterrata, per finire in un piccolo parcheggio su di un’altura al bordo dell’area costiera. Da lí si prosegue a piedi, seguendo un breve sentiero che porta allo stretto lembo di sabbia, alla cui prossimità si trova un piccolo pub con dei tavolini di legno all’aperto. Noi siamo arrivati a Kynance Cove molto tardi, il sole stava quasi tramontando. Stremati dalla lunghissima giornata ci lanciamo direttamente in acqua, di un azzurro sgargiante. La marea é ancora sufficientemente bassa, per cui riusciamo a riposarci sullo stretto lembo di spiagga tra la terraferma e gli scogli, al di là del quale scopriamo una piccola grotta scura, che sfortunatamente aveva iniziato a riempirsi per il salire del mare.
Kynance Cove, con la sua piccola spiaggia protetta tutt’attorno dalle alte scogliere, é il luogo ideale dove organizzare un faló, come ha fatto una piccola famiglia che si era accampata accanto a noi per passare la notte a osservare le stelle. L’idea ci ha solleticato la mente, ma i negozi erano ormai tutti chiusi e la città ad avere il supermercato aperto piú vicino, Fallmouth, era a oltre un’ora d’auto.
Per questo motivo, decidiamo di rimetterci in auto verso la penultima delle nostre tappe, il piccolo villaggio di Coverack.
Coverack (28 minuti – 8 Km)
Coverack si presenta come una piccola oasi a sé stante, un minuscolo villaggio autentico dove l’intera vita dei cittadini si sviluppa ancora attorno all’attività della pesca. I pochi edifici, con un solo pub, un negozio e qualche struttura di pernottamento, sono tutti costruiti attorno alla strada principale che si arrampica sul fianco di una montagna.
Coverack ci aspetta completamente deserta al nostro arrivo, il che non sorprende, erano le 22:00. Per questo motivo ci dirigiamo verso Fallmouth, dove facciamo la spesa e approfittiamo della cucina della nostra ultima sistemazione, il meraviglioso Holifield Hostel. Situata in un appezzamento di terreno in mezzo ai boschi e lontano dai centri abitati, abbiamo scelto questo ostello per il bel progetto sponsorizzato dedicato all’uso delle risorse rinnovabili (parti intere della struttura sono costruite con materiali di riciclo) e all’aiuto di persone con disabilità. La sala comune al piano terra é enorme. C’é un tavolo in legno massiccio in grado di ospitare 20 commensali, poltrone comode, un pianoforte, un biliardo e una cucina attrezzata. In questo ostello dormiamo in un’enorme stanza privata con letti a castello.
Cornovaglia on the road: Giorno 5: Da Falmouth a Bristol
Falmouth (40 minuti – 30 Km)
Una delle città piú grandi della Cornovaglia, Falmouth affaccia sull’estuario del fiume Fal protetta da uno dei tre porti naturali del mondo. La cittadiniza é ricca di negozi e di strade vivaci, con molte attrazioni interessanti.
Da non perdere a Falmouth sono il Pendennis Castle, un’imponente fortezza fatta costruire da Enrico VIII, e il Castello St Mawes, poco più a ovest, a forma di trifoglio e sempre con vista sulla Manica. Tra le altre attrazioni la Falmouth Art Gallery e il National Maritime Museum of Cornwall.
A svegliarci il nostro ultimo giorno di viaggio é il rumore sordo della pioggia incessante. Come abbiamo scoperto qualche giorno dopo, una tempesta si era abbattuata sulle coste della Manica e pioggia e vento la facevano da padrone. Per questo motivo decidiamo di allontanarci verso l’entroterra, scegliendo di dirigerci verso un’altra città molto famosa in Cornovaglia: Truro.
Truro (21 minuti – 18 Km)

Truro é una piccola metropoli nel cuore della Cornovaglia. Deve la sua fortuna e la sua prosperità all’estrazione e al commercio di rame e stagno delle miniere della regione, di cui Truro ne rappresentava la sede amministrativa. A caratterizzarla é la presenza di antichi edifici vittoriani, e l’antica cattedrale dalle torri alte oltre 60 metri!


La zona storica non é molto grande, per cui facciamo una passeggiata tra le piazze e le strade ricche di negozi locali e internazionali. Truro ha una grande scelta di pub e ristoranti per cui ci fermiamo per pranzo, sedendoci nel giardino del The William IV Pub, dove ho preso l’ultimo fish and chips del viaggio.
Passata l’ora di pranzo cominciamo ad accettare l’idea che la vacanza era finita, per cui ci siamo diretti verso Guildford. Piú ci avvicinavamo al Surrey piú il tempo sembrava migliorare, tanto da trovare un bellissimo sole ad aspettarci a una sola ora di guida. Il bello del viaggio on the road é l’improvvisazione. Visto che eravamo di strada abbiamo fatto una piccola deviazione e ci siamo diretti a Bristol.
Bristol (3 ore – 284 Km)

Bristol é una città in cui vivrei, questo é quanto ho pensato dopo appena 2 ore spese tra le sue strade. Con le sue due università (Bristol e West England) si presenta come una meta viva e molto giovanile. Ció che mi ha colpito é la semplicità e la naturalezza con cui edifici storici e moderni, arte e tecnologia, sappiano fondersi tra di loro come fossero nati per stare insieme da sempre.
Bristol é molto famosa per l’arte: oltre al City Museum and Art Gallery e al museo d’arte contemporanea Arnolfini, ospita sempre molti festival culturali ed é tra gli scenari preferiti scelti del misterioso artista Bansky.
Arriviamo a Bristol attraversando il Clifton Suspension Bridge, il monumentale ponte costruito per attraversare la stretta e ripida vallata del fiume Avon. Lasciata l’auto in uno dei tanti parcheggi multipiano, ci spostiamo verso il centro passando davanti al Wills Memorial Building, parte dell’Università di Bristol, per arrivare alla Biblioteca Centrale e al punto focale del centro: la Cattedrale.

Non restiamo molto a Bristol, giusto il tempo di visitare il centro e di spostarci verso la zona portuale. La giornata é piacevole, dopo la tempesta di Fallmouth e il clima grigio di Truro non ci va di stare al chiuso per cui ci limitiamo a passeggiare tra le strade della città, alla scoperta dei suoi segreti.
Passando per la zona piú moderna della Millenium Square affianchiamo il fiume in una zona ricchissima di ristoranti, alcuni galleggianti! Seguendo il fiume nella direzione opposta al porto si raggiunge Castle Park: uno spazio verde nel centro della città, dove si trovano le rovine di edifici della seconda guerra mondiale ed i resti del castello normanno.
Qui si trovano i due pub più antichi e leggendari di Bristol: Old Duke e il Llandoger Trow. Il primo serve pinte dal 1775, mentre il secondo lo fa da molto prima, dal 1664! Si narra sia in quest’ultimo dove Daniel Defoe ha conosciuto il marinario che gli ispiró i racconti di Robinson Crusoe.

Da qui ci incamminiamo verso il porto per proseguire su Spyke Island, una delle aree a mio parere piú suggestive della città, per via della presenza delle molte barche e delle stupende case colorate a fare da sfondo.

Arrivati a metà del percorso la fatica accumulata durante il viaggio si fa sentire ma sfortunatamente non possiamo lasciare l’isola, che ha solo due ponti alle due estremità. Per cui scegliamo di proseguire e ci sediamo al primo pub disponibile, The Pump House dove, a sorpresa, ho mangiato il fish and chips migliore della mia vita!

Ci intratteniamo nel locale fino all’orario di chiusura. La serata era piacevole, il clima mite e i tavoli lungo al fiume completavamo quello che sembrava lo scenario perfetto. Sfortunatamente ci rendiamo conto che la vancaza é finita e che ci aspetta un lungo esodo verso l’auto, oltre che piú di due ore da spendere sulla strada prima di poter abbracciare il nostro letto. Cosí, a malincuore, ci alziamo dal tavolo lasciandoci indietro non solo il piacere del relax ma una delle terre che ci ha regalato un’esperienza on the road indimenticabile.
Altre esperienze da vivere in Cornovaglia
- Visitate una distilleria di gin o di rum: la Cornovaglia produce due tra le bevande maggiormente apprezzate nel Regno Unito: il rum e il gin. Entrambe erano largamente consumate da marinai e dai contrabbandieri, della zona, il che spiega la bontà della produzione locale. Puó risultare molto interessante prendere parte a uno dei tour tra le tante distillerie della contea, apprendendo i segreti nella produzione e partecipando a degustazioni. Tra le distillerie di rum e gin presenti consiglio The Cornish Distilling Co e la Southwestern Distillery;
- Imparate come si preparare la birra: in Cornovaglia si producono alcune tra le birre piú buone d’Inghilterra, patria indiscussa degli amanti della deliziosa bevanda nordica. Tra le tante realtà locali spicca il birrificio St. Asutell, storico stabilimento in funzione dal 1863, che propone visite guidate e degustazioni in fabbrica;
- Fate un’escursione tra le Carnglaze Caverns: situate sulla strada per Bodmir, é una cava conservata dove in passato venivano estratti ardesia e minato. Particolarmente suggestive sono le tre caverne, di cui la piú bassa é un lago sotterraneo dall’acqua cristallina;
- Visitate il Blue Reef Aquarium: situato sulla spiaggia di Towan, nel centro di Newquay, l’acquario lascia stupire per la presenza di specie marine locali e da centinaia di specie tropicali, in uno straordinario display oceanico completo di tunnel sottomarino;
- Conoscete l’Eden Project: aperto dal 2001, questo parco della biodiversità ospita le più grandi biosfere al mondo e centinaia di specie vegetali. Si trova nella zona di St. Ausell che, oltre a essere famosa per la birra, ospita molte miniera di caolinite, tra le meglio conservate nella regione;
- Un po’ d’arte con il Tate museum: gli amanti dell’arte troveranno pane per i loro denti a St. Ives, la cittadina resa famosa per l’atelier di Barbara Hepwort e per la sede del Tate Museum, il quale raccoglie opere di Ben Nicholson, Terry Frost, Naum Gabo e molto altri.
Guida completa alla visita della Cornovaglia
Navigando nel blog, con il tag “#guida alla Cornovaglia”, potete trovare una serie di post utili per organizzare il vostro viaggio low cost in Cornovaglia.

La guida include una vasta raccolta di informazioni, tra cui:
- Quando andare in Cornovaglia? Meteo, clima e molto altro
- Come raggiungere la Cornovaglia dall’Italia e da Londra
- Come spostarsi in Cornovaglia: visitarla in auto e con i mezzi pubblici
- Dove dormire in Cornovaglia low cost: le migliori sistemazioni sul mare
- Piatti tipici della Cornovaglia: quali sono e i posti migliori dove mangiarli
- Quanto costa un viaggio low cost in Cornovaglia?
- Quali villaggi visitare in Cornovaglia: i più affascinanti e ricchi di tradizione
- Quali sono i migliori punti panoramici migliori della Cornovaglia
- Quali sono le migliori spiagge di Cornovaglia: tra Cove nascoste e sabbia candida
Troverete inoltre una guida ai migliori villaggi sul mare della Cornovaglia, raffigurati sulla mappa sottostante:

- Il castello di Tintagel in Cornovaglia: visita al luogo di nascita di Re Artù
- Boscastle in Cornovaglia: visita al fiordo dimora di streghe e di pescatori
- Cosa vedere in Cornovaglia: visita al villaggio di Port Isaac
- Viaggio in Cornovaglia: St Ives, l’elegante cittadina d’arte sull’oceano
- Escursione in Cornovaglia: hiking tra le miniere della Tin Coast (Pendeen e Botallack Mines)
- Viaggio in Cornovaglia: visita alle scogliere di Land’s End
- Cosa vedere a Penzance in Cornovaglia: da St Micheal’s Mount a Newlyn
- Penisola di Lizard in Cornovaglia: visita al Lizard Point e a Kynance Cove
- Cosa vedere a Truro: città storica capoluogo della Cornovaglia
- St Austell in Cornovaglia: visita al birrificio e all’Eden Project
- Polperro in Cornovaglia: visita al villaggio nascosto tra le scogliere
Cinque giorno sono forse pochi per visitare la Cornovaglia, ma comunque sufficienti per cominciare ad apprezzarla. Se ne avete la possibilità, cercate di fermarvi per un periodo piú lungo. Se siete amanti della natura e delle escursioni consiglio di estendere la vacanza alla la vicina contea del Devon e alla Jurassic Coast, famosa per i lunghi percorsi e le spiagge favolose.
Avete mai fatto un tour on the road nel Regno Unito?
Raccontatemelo nei commenti!
Sto organizzando un tour in Cornovaglia e questo articolo mi è veramente molto utile, oltre che ben scritto ed accurato. Se è possibile chiederei un consiglio pratico: il tempo che abbiamo a disposizione è troppo poco per seguire l’itinerario, è necessario togliere una “tappa”, quale , secondo voi, può essere sacrificata?
Grazie mille del supporto, Angela
Ciao Angela, ti ringrazio per le belle parole e sono contento che il post ti sia stato utile! 🙂 Per caso dovete tagliare un giorno intero o potete limitarvi a una sola tappa? Potreste risparmiare molte ore accorciando l’hiking sulla Tin Coast a una breve passeggiata di mezz’ora (le scogliere più belle sono proprio quelle a ridosso del parcheggio di Botallack Mine) e tagliando completamente Land’s End. Per quanto la località attiri per via della sua nomea, la ritengo davvero troppo turistica e, a dirla tutta, sulla Tin Coast e sulla penisola di Lizard avrete modo di vedere tratti costieri molto migliori. Vi suggerisco comunque di arrivare a Porthcurno Beach seguendo l’Atlantic Coast, lo spettacolo di cui godrete è incantevole. Se partite la mattina abbastanza presto sarete in grado di risparmiare una mezza giornata buona. Fammi sapere se posso aiutarti con altro!
Noi purtroppo abbiamo solo 4 giorni perciò pensavo di togliere l’ultima parte da Falmouth a Bristol, passando giusto se ci avanza del tempo nel rientro, cosa ne pensi? Grazie del consiglio sulla Tin Coast, Angela
Approvo la vostra scelta, è forse la parte meno interessante dell’intero viaggio. A questo punto vi suggerirei, una volta partiti da Lizard Point, di spostarvi il più a nord possibile e di dormire in qualche villaggio carino così da avvantaggiarvi nel rientro. Personalmente suggerisco Polperro (https://vadointheratrip.com/polperro-in-cornovaglia-visita/) , lo abbiamo scoperto durante il nostro secondo viaggio on the road (questa volta con Martina) e merita davvero tanto! Non so bene quali siano i vostri piani, ma per visitarlo bastano anche 2-3 ore, come abbiamo fatto noi nella via del rientro. Fammi sapere come va 🙂