Veneto

Itinerario di un giorno sulla Strada del Prosecco tra borghi e le Colline del Valdobbiadene

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La zona di Treviso e delle Colline del Prosecco è una delle destinazioni più conosciute dove trascorrere una piacevole giornata in Veneto. Agosto – Settembre è forse ill periodo migliore per visitare la Marca Trevigiana, con l’inizio della vendemmia. I vigneti sono verdi e carichi di uva, le cantine brulicano degli agricoltori pronti ad accogliere la nuova raccolta e a cominciare la produzione del nuovo anno. Tra i borghi e paesi del trevigiano, i cittadini iniziano a festeggiare le sagre e si preparano al tradizionale appuntamento di Cantine Aperte. Perchè non dedicare un giorno con un itinerario on the road alla scoperta delle meraviglie nascoste lungo la Strada del Prosecco?

La zona dell’Alta Marca Trevigiana è stata sede delle nostre ultime gite in Veneto. Dopo averla snobbata per tanti anni abbiamo infine deciso di visitarla, incuriositi dal richiamo di uno dei vini più famosi d’Italia. Ciò che che abbiamo scoperto ci ha lasciato senza parole: non solo un viaggio enologico, ma una vera e proprio escursione tra una delle zone artigianali e tessili più importante d’Italia, ricca di storia e di antiche tradizioni da tramandare e tenere vive. Dopo aver passato giornate intere a visitare l’area, ho deciso di creare per voi questo itinerario di un giorno sulla Strada del Prosecco.

Con questo tragitto vi porterò a scoprire alcune delle perle sparse lungo la Strada del Prosecco nel corso di una visita di un giorno. Un percoso che, attraversando la preziosa area dei vigneti del Glera e del Cartizze, vi permetterà di conoscere alcuni dei borghi più belli d’Italia, un’abbazia medievale meravigliosa e un antico mulino incastonato in una località da favola; assieme a ville, palazzi affrescati, vigneti e boschi. Per terminare, vi consiglio una visita a una delle cantine della zona del Valdobbiadene per scoprire i segreti sulla prodizione del pregiato Prosecco DOCG.

Sono speranzoso che, alla fine della vostra visita, capirete anche voi come mai le Colline del Prosecco costituiscono un patrimonio unico al mondo riconosciuto dall’UNESCO!

Da Padova e dalla pianura veneta, le Colline del Prosecco si trovano a poco più di un’ora d’auto.

Ecco che cosa troverete in questo blog post:

Itinerario di un giorno sulle Colline del Prosecco: dalla Vallata Trevigiana alle Colline del Valdobbiadene

Prima di partire e inforcare gli occhiali da sole, una piccola ma doverosa precisazione. Dove si trova la strada del Prosecco Superiore DOCG?

Ci troviamo nella zona di Treviso, in Veneto, regione italiana particolarmente famosa per la sua pregiata tradizione vinicola. Da queste parti la produzione del vino è un affare serio e non sorprende come da qui provengano alcuni dei vini più pregiati del nostro stivale. Ad alzare l’asticella della qualità è la conformazione del territorio, fatto di ripide colline dotate di un microclima particolarmente adatto per la vinicoltura.

La conformazione “hogback”, a schiena di maiale

È stato strano ritrovare questo appellativo, utilizzato per descrivere le colline nel Surrey, in Inghilterra, applicato alle colline trevigiane. La zona delle Colline del Prosecco ha una particolare conformazione hogback costituita da una serie di rilievi irti e scoscesi intervallati da piccole valli parallele. Questo, assieme alla vicinanza alle Prealpi, crea un microclima unico al mondo, particolarmente adatto alla coltivazione del Glera per la produzione dei Prosecco.

La Strada del Prosecco, riconosciuta Patrimonio Unesco dal 2019, si trova nell’Alta Marca Trevigiana, nella zona collinare su cui affacciano le due cittadine simbolo della produzione del vino Prosecco DOCG: Valdobbiadene e Conegliano.

Il tour di un giorno alla visita delle Colline del Prosecco seguirà in parte la Strada del Prosecco, attraverso un percorso collinare che vi porterà a incontrare borghi antichi, tra i più belli d’Italia, piccole chiese secolari, cantine importanti e una distesa a perdita d’occhio di colline ricoperte da vigneti.

Arrivare è semplice: provenendo da Padova prendete la A4, poi la A27 per uscire a Vittorio Veneto Sud. Da qui seguite le direzioni verso Formaniga. In alternativa, potete prendere la strada statale fino a Castelfranco, seguire fino a Vidor e raggiungere la Vallata passando per Pieve di Soligo. Da qui ci si immerge nei tratti più serpeggianti e stupendi di questo meraviglioso angolo di mondo: una serie di rilievi irti e scoscesi intervallati da piccole valli parallele. Tutto questo è la Strada del Prosecco!

Come percorrere la Strada del Prosecco?

La Strada del Prosecco può essere percorsa a piedi, in auto o in bicicletta. Noi abbiamo vissuto questa esperienza in auto, per motivi di tempo, ma la zona sembra davvero piacevole da percorrere su due ruote, sfruttando i molti servizi di bike sharing disponibili in ognuno dei comuni presenti lungo il percorso.

Perchè non scegliere per un romantico viaggio in Vespa? Ecco un comodo servizio che vi permette di noleggiarne una!

Dove ha origine la Strada del Prosecco?

La Strada del Prosecco è stata creata dall’”Associazione Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene”, unificando in un percorso ad anello i 15 comuni dove si sviluppa la coltivazione del Prosecco DOCG. Il tragitto ripercorre il percorso originario della “Strada del Vino Bianco” del 1966, nata per “valorizzare tutto il territorio, i suoi diversi paesaggi viticoli e le tante attrattive, anche storico-artistiche, disseminate lungo le colline tra Conegliano e Valdobbiadene”.

Il nostro itinerario parte da Padova e attraversa la pianura veneta fino a Vidor, sulla Strada del Prosecco, dove proseguiamo in direzione della Vallata e della zona storica del percorso.

L’intero tragitto di un giorno sulle Colline del Prosecco è raccolto nella mappa sottostante.

Il percorso è molto fitto e impegnativo ma fidatevi, vi lascerà a bocca aperta! Questa giornata alla visita delle Colline del Prosecco segue la mappa da est verso ovest. Ho cercato di creare un itinerario coerente, non solo con le attrazioni da visitare sulle Colline del Prosecco, ma con i pasti e un eventuale visita a una cantina locale.

Che dite, ce lo facciamo mancare un bel aperitivo con vista? Il paesaggio in alcune zone è davvero suggestivo, specialmente nei pressi delle colline di Valdobbiadene! Ricordandovi di bere e guidare responsabilmente, non vi resta che mettervi alla guida. Buona giornata e buon divertimento!

Cosa vedere sulle Colline del Prosecco: passeggiata al Molinetto della Croda

La nostra prima tappa è il Molinetto della Croda, nascosto tra i boschi che collegano Refrontolo e Rolle, borghi rinomati per la produzione dei loro vini. Lasciamo l’auto nell’ampio parcheggio gratuito per scendere il breve sentiero che conduce al torrente Lienza, sul quale affaccia il mulino.

Lo scenario che incontrerete ricorda un dipinto ad olio, i cui protagonisti sono la cascata e il mulino adiacente.

Costruito nel 1630, è stato più volte rimaneggiato e ampliato per chiudere i battenti nel 1953.

Acquistato dal comune di Refrontolo nel 1991, è stato recentemente restaurato e convertito in un piccolo museo, il “Museo della molinatura” dove, il Sabato e la Domenica, è possibile vedere la macina in funzione e acquistare la farina prodotta.  

E la croda?

La croda è il nome dato alla nuda roccia sulla quale il mulino è stato costruito. Alcune storie narrano che l’edificio sia stato costruito da un mugnaio bellunese che ha deciso di chiamarlo così, memore della croda (rossa o meno), un tipo di roccia rinomata nella zona delle Dolomiti

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Il cortile del mulino è molto tranquillo e si presta bene a uno spuntino veloce tra le ombre degli alberi, grazie anche alla presenza di tavoli e panche accessibili a tutti, al di sotto della tettoia.

Lo sapevi che…?

Nel 1977 il “Molinetto della Croda” ha fatto da scenario al film ‘Mogliamante’ con Marcello Mastroianni e Laura Antonelli.

Con lo stesso biglietto d’ingresso al museo, nei giorni in cui il mulino è aperto, è possibile intraprendere la breve passeggiata a fianco della cascata fino all’agriturismo Le Noci (1.5 Km) o al Bivacco Marsini, più su (2 ore).

La sosta richiede pochi minuti e non vi porterà via molto tempo, ma vale sempre la pena!

Visita a Cison di Valmarino e alla Via dell’Acqua

Proseguiamo il nostro tour di un giorno sulla Strada del Prosecco raggiungendo Cison di Valmarino e intraprendere il sentiero naturalistico della Via dell’Acqua.

A dominare all’imbocco della valle l’imponente Castello Brandolini (conosciuto anche come CastelBrando), posizionato su di uno sperone del monte Col de Moi. Si tratta di un antico avamposto difensivo della via Imperiale Claudia Augusta, diventato poi dimora della famiglia nobiliare Brandolini e infine un rinomato hotel di lusso.

Parcheggiamo l’auto nel grande parcheggio gratuito alla sua base e ci incamminiamo verso il centro storico di Cison, uno dei borghi più belli d’Italia insignito della bandiera arancione touring club.

La visita a Cison di Valmarino, inclusa la passeggiata lungo la Via dell’Acqua (1 ora e 30 minuti seguendo il percorso giallo ad anello), richiede generalmente mezza giornata, ma potete condensare il tutto in 3 ore limitandovi al centro storico e al percorso escursionistico.

La visita di Cison di Valmarino ha inizio dall’ampia Piazza Roma nel centro storico. Qui affacciano alcuni degli edifici più importanti del borgo come Palazzo Bari del municipio, la Chiesa di Santa Maria Assunta e il Teatro della Loggia, sede odierna del Museo della Radio d’Epoca.

Cison di Valmarino era un borgo famoso per la lavorazione artigianale, alimentata dalla forza motrice dell’acqua nella Valle dei Mulini nell’omonima contrada. Le antiche tradizioni artigianali vengono festeggiate nel corso dell’appuntamento annuale con “Artigianato Vivo” di inizio Agosto, una rassegna meravigliosa che apre il borgo agli artigiani di tutta Italia, che con le loro opere e i loro banchetti popolano le strade, le piazze e i palazzi storici di questa meravigliosa località della Marca Trevigiana.

Per gli amanti delle escursioni, salendo la piazza in direzione nord potrete imbioccare il percorso della Via dell’Acqua, il facile sentiero naturalistico che segue il corso del torrente Rujo snodandosi tra cascate e ponticelli, statue e installazioni artistiche in legno, all’interno di una mostra naturale davvero meravigliosa.

Il percorso ad anello giallo, quello breve, vi porterà fino al Bosco delle “Penne Mozze”, un memoriale completamente immerso nel verde dedicato agli alpini. Inaugurato nel 1972 e oggetto di vari ampliamenti, ospita oltre 2000 stele in ricordo degli alpini caduti. Per il rientro vi suggerisco di prendere la strada asfaltata, per ricongiungervi al percorso poco fuori dal borgo, dopo appena 20 minuti di cammino.

Se vi serve un approfondimento su che cosa vedere e fare a Cison di Valmarino e dintorni, vi rimando al mio blog post al riguardo.

Una breve pausa pranzo nel centro di Cison di Valmarino con frutta e panini, poi ci rimettiamo in auto in direzione di Follina e della sua imponente Abbazia, a soli 4 Km di distanza.

L’Abbazia Cistercense di Santa Maria di Follina

Piazza IV Novembre a Follina con l’Abbazia e Palazzo Barberis Rusca, sulla destra

Arriviamo in pochi minuti. Lasciamo l’auto al piccolo parcheggio comunale (gratuito) di Piazza IV Novembre per dedicare un’ora alla visita di questo piccolo borgo trevigiano.

Come accade per tutti i borghi più belli d’Italia, anche Follina è rinomata per l’importante e rinnovata produzione artigianale. Come potete capire dal nome del borgo, Follina è ricordata per la tradizione della filatura, la “follatura” dei tessuti, portata dai monaci cistercensi e tramandata nei secoli fino a giungere ai nostri giorni.

La fortuna di Follina fu l’Abbazia Cistercense di Santa Maria, il simbolo oramai indiscusso del borgo e un centro di grande importanza religiosa. Pensate che era legata nientemeno che con i centri monastici (cistercensi) più importanti dell’Europa del XIII secolo: le abbazie di Chiaravalle e di Citeaux!

È proprio dall’abbazia che i monaci introdussero nel borgo l’arte della tessitura, specializzandosi in tessuti pregiati capaci di fare addirittura concorrenza alle produzioni d’origine olandese e inglese!

I monaci parteciparono attivamente alla vita della comunità costruendo mulini per le macine e i lanifici, e procedendo a più riprese con l’ampliamento e l’abbellimento dell’Abbazia di Santa Maria di Follina.

L’Abbazia è una delle più belle attrazioni da vedere lungo la Strada del Prosecco. Si tratta di un vero e proprio capolavoro architettonico, un imponente mix di stili che si sposano straordinariamente bene: il gotico delle navate e il romanico delle tre absidi, oltre a vari affreschi attribuiti alla scuola del Veronese. 

Si parte dalla chiesa trecentesca, al cui interno trovano un prezioso crocifisso ligneo del periodo barocco e l’affresco della “Madonna con bambino” di Francesco da Milano.

Il vero gioiello dell’Abbazia di Follina è però chiostro, con nel mezzo la tradizionale fontana e circondato da un ricco colonnato. Il suo valore storico è innestimabile.

Terminata la visita all’Abbazia, ci dirigiamo verso le Sorgenti di Santa Scolastica, che per anni hanno alimentato i mulini che fornivano la forza motrice ai macchinari di follatura, per rientrare verso l’auto e concludere a Palazzo Barberis Rusca del 1670, un imponente edificio utilizzato in passato dalle donne del borgo come laboratorio per la lavorazione e la filatura della lana.

Per un approfondimento, vi rimando al mio blog post sulla visita di Follina e del suo rinomato birrificio artigianale, Birrificio Follina. Qualche appassionato di turismo birrofilo? Chi ha detto che sulla Strada del Prosecco si beve solo vino? La visita con degustazione costa solo 20 euro e vi lascerà pienamente soddisfatti!

Strada del prosecco: visita con degustazione alla Cantina Bisol 1542

Lungo la Strada del Prosecco, sparse tra i borghi e le colline trevigiane, si trovano tantissime cantine dove poter scoprire la storia di questo famoso vino, imparare molto sulla sua produzione e prendere parte a una degustazione del Prosecco DOCG.

Da Veneto DOCG non disdegno mai un buon calice di vino e, complice anche la piccola produzione familiare, sono sempre molto curioso di scoprire la tecnica e la storia delle molte realtà enologhe sparse sullo stivale italico.

Visitare le Colline del Prosecco senza fermarsi a una cantina è un vero peccato, anche se siete astemi. Un tour presso una cantina sulla Strade del Prosecco è un viaggio sensoriale tra la tradizione e i legami familiari. Anche se scegliete di non assaggiare il vino, il mio consiglio è di prenotare una visita guidata presso una tra le più rinomate cantine della zona del Valdobiadene, per scoprire le fasi di lavorazione e di produzione dei Prosecco DOCG.

Tra le tante e valevoli cantine da visitare nella zona di Valdobbiadene e dintorni, noi abbiamo scelto di fermarci nell’antica Cantina Bisol 1542 che, come potete capire dal nome, è attiva nella produzione di vino da molti secoli.

La storica cantina Bisol si trova in località Follo di Santo Stefano, a pochi chilometri da Valdobbiadene. Siamo arrivati per la visita in inglese delle ore 15:00 (il mio amico e accompagnatore non parlava italiano) dopo esserci accordati telefonicamente qualche giorno prima.

Da come abbiamo appreso dalla nostra visita, i Bisol producono vino da 500 anni seguendo una tradizione che si tramanda da ben 21 generazioni! La crescita esponenziale che ha portato la cantina Bisol tra le migliori del Valdobbiadene ha origini però più recenti quando, tornato dalla guerra, Desiderio Bisol rilevò l’attività del padre Eliseo e, con grande fiuto e maestria, riuscì ad acquistare alcuni tra i terreni migliori della zona, così che i suoi vini potessero racchiudere le caratteristiche di questi territori. Scelsero le colline più impervie da coltivare, i pendii più scoscesi e difficili da lavorare, ma la cui pendenza e composizione risultavano ideali per la lavorazione del Glera.

A oggi, la cantina produce cinque qualità di Prosecco DOCG, dai Brut ai Dry, incluso il rinomato Cartizze. I nomi dati alle bottiglie ricordano affettuosamente il passato della famiglia, la storia e la conformazione del territorio. Crede, Rive di Campea, Relio sono termini che saltano all’orecchio in queste zone!

Ricordo con piacere il Prosecco Jeio, il soprannome con cui Desiderio Bisol nel dopoguerra era affettuosamente chiamato dalla moglie.

Da qualche anno, la cantina Bisol 1542 fa parte del Gruppo Lunelli, produttore del rinomato spumante trentino, il Ferrari.

La visita comincia con una breve introduzione sulla storia del Prosecco e della cantina. Spostatoci nella sala sotterranea, abbiamo avuto modo di accedere alla cantina moderna e all’antica parte storica, scavata nella roccia viva, imparando molto sulla realizzazione del Prosecco e sulla sul processo di rifermentazione naturale che lo rende frizzante.

Il pregiato Prosecco Cartizze

Tra i tipi di prosecco originari di queste zone ce n’è uno, il Cartizze, particolarmente apprezzato e rinomato. Ne conoscete il motivo? All’intero delle Colline del Prosecco c’è un colle, di soli 107 ettari, in cui si produce il pregiato Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG. L’area, che si trova appena fuori dall’abitato di Valdobbiadene, ha una forma geometrica a cinque lati e per questo motivo viene chiamata il “Pentagono d’Oro”. Si tratta di un vero e proprio anfiteatro naturale racchiuso tra i villaggi di Saccol, San Pietro di Barbozza e Santo Stefano. È particolarmente esposto ai venti provenienti dalle Dolomiti e raggi del sole dal mattino alla sera e per questo motivo produce delle uve ricche di zuccheri. Tutte le più grandi aziene di questo territorio posseggono dei filari di vigne nel Triangolo d’Oro, anche se non è facile prenderne possesso. Un solo ettaro può costare fino a 2 milioni di euro!

Nel corso della degustazione, comprensiva di 5 calici assaporati nella moderna sala attigua all’ingresso, si esplorano i sapori e gli odori, passando dai Brut ai Dry per finire con il pregiato Prosecco Cartizze, imparando a conoscere le differenze e ad associare le intonazioni alla tecnica e ai minerali e alle rocce presenti nel terreno coltivato.

La visita è costata 18 euro, comprensiva del tour e delle degustazione. Per maggiori informazioni consultate il siti web ufficiale www.bisol.it. Per la prenotazione, chiamate qualche giorno prima!

Durante la visita alla Cantina Bisol 1542 abbiamo appreso tante nozioni e curiosità, alcune delle quali mi hanno davvero sorpreso e voglio condividere con voi:

La differenza tra un vino Dry e Brut

Un vino Dry è caratterizzato da un alto residuo di zuccheri, dai 17 ai 32 g per litro. Sarà quindi più amabile di un Brut, caratterizzato invece da un tenore di zuccheri inferiore ai 12 g per litro. Il Prosecco Cartizze si colloca all’interno del Dry in quanto ha un residuo di zucchero pari a 24 g/l.

Prosecco DOC e DOCG: la sottile ma importante differenza

È capitato mai anche a voi di assaggiare un Prosecco non proprio entusiasmante? Capita, come con tutti i vini, ma da dove viene questa grande differenza, se si tratta di un vino tanto pregiato? L’uva utilizzata per la produzione dei Prosecco è il Glera (presente all’85% sul territorio) ed è stata importata da un piccolo comune nel Friuli Venezia Giulia, che si chiama proprio Prosecco! Il restante 15% del terreno è coltivato con le qualità Verdiso, Chardonnay, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Perera e Bianchetta. Come mai, allora, i vini Prosecco più famosi sono quelli della zona di Conegliano-Valdobbiadene? Il tutto dipende dal particolare microclima e dal terreno di queste zone. Dall’uva cresciuta in collina si produce un vino migliore. La zona della Marca Trevigiana è caratterizzata un clima davvero unico, dovuto non solo alla vasta area collinare, ma dalla vicinanza delle Prealpi. Se non bastasse, l’uva viene colta solo a mano e le vigne sono tenute su di un terrecco ricco di minerali, roccie e argille davvero particolari. Vista la grande fama dei Prosecco, la produzione locale non era sufficiente per accontentare il mondo intero. Per cui si decise di estendere l’area di coltivazione permettendo alle zone limitrofe, con condizioni climatiche simili, di poter coltivare il Glera. I vini più pregiati, con la denominazione DOCG, sono i vini prodotti nelle zone Conegliano-Valdobbiadene ed Asolo. Il Prosecco DOC viene prodotto in un’area geografica specifica compresa tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Saranno comunque buoni, specialmente se coltivati nelle zone collinari dei Colli Berici, dei Colli Euganei e dei Monti Lessini, ma irrimediabilmente di qualità inferiore.

Lasciata a malincuore la Cantina Bisol 1542 (l’arrivederci è specialmente duro quando si è veneti) facciamo una lunga passeggiata presso il paese di Follo di Santo Stefano, per poterci riprendere prima di rimetterci alla guida. Questa zona della Strada del Prosecco è rimasta particolarmente intatta e invariata nel corso degli anni. Sulle colline possiamo ancora notare le tipiche casere, utilizzate ancora oggi per depositare il fieno e gli attrezzi da lavoro.

Salendo la strada per circa 2 Km, in 25 minuti arriviamo all’Osteria senza Oste, una delle attrazioni migliori nei dintorni di Valdobbiadene.

Dove fare aperitivo sulla Strada del Prosecco? La magia dell’Osteria senza Oste: come funziona questa famosa osteria di Valdobbiadene

Il territorio delle Colline del Prosecco è ricco di ottime osterie, trattorie e agriturismi dove poter gustare le specialità della marca Trevigiana godendo del magnifico panorama sui magnifici vigneti della zona.

C’è n’è una però capace di fornire un’esperienza di aperitivo decisamente unica, inusuale e molto romantica. Parlo dell’Osteria senza Oste, in località Santo Stefano di Valdobiaddene, una delle tappe d’obbligo in un viaggio sulla Strada del Prosecco.

Sorge sulle colline del Cartizze, luogo dove viene coltivata l’uva più pregiata nella produzione del celebre Prosecco Cartizze.

La vista panoramica dall’Osteria senza Oste

L’Osteria senza Oste colpisce per un insieme di cose incredibili che, neanche a farlo apposta, è un semplice esempio di tradizionale accoglienza veneta, tramutato in una formula in grado di conquistare persone d’ogni età. Quando ci sono stato per la prima volta mi sono un po’ sentito a casa dei miei nonni, nei tempi quando la semplicità e la fiducia erano odierni e genuini.

Tutto è iniziato dalla bontà del proprietario, il signor Cesare, che aveva iniziato a lasciare, nei pressi del casolare presso il suo vigneto, dei bicchieri con del vino per gli amici che passavano di lì.

Col passare del tempo, agli amici si sono aggiunti i conoscenti di questi, accompagnati da pane e affettati, con i primi spiccioli di ringraziamento.

Il signor Cesare iniziò allora a lasciare altro, assieme al vino, con una piccola cassetta di soldi dove chiedeva gentilmente di contribuire per quello che si era consumato.

La fiducia ripaga sempre, e in poco tempo l’Osteria senza Oste divenne molto famosa tra la gente della zona di Treviso. Dopo una chiusura per imposizione del fisco, l’Osteria senza Oste ha riaperto con i prezzi di ogni prodotto e una cassa da cui poter stampare lo scontrino, mantenendo la sua originale modalità self service. Dopotutto, come dice il nome, ci si serve da soli, non c’è nessun oste a gestire questa sorta di rifugio rurale. Ammiro la loro fiducia, mi da molta speranza, e spero venga sempre ripagata!

Nell’arrivare all’Osteria senza Oste ciò che vi farà anche rimanere a bocca aperta è la posizione. Venendo da Follina, continuate in direzione Valdobbiadene fino a girare a sinistra nella strada del Treziese. Arrivati all’Osteria, lascerete l’auto tra i filari del vigneto, per incamminarvi brevemente in direzione dell’Osteria.

Sorprende in primis il luogo in sè, con questo piccolo casolare arroccato affianco a un vigneto ancora oggi coltivato, dove poter camminare liberamente tra terrazze panoramiche e i filari di vigne, nel cui mezzo sono stati posti tavolini, sedie e punti di appoggio dove poter gustare il proprio aperitivo in tutta comodità.

L’Osteria senza Oste offre una terrazza panoramica naturale sulle Colline del Prosecco: distese e distese di colline coltivati a uva, con qualche piccolo borgo sparso qua e là, fino alle Prealpi in lontananza.

All’interno della cucina con caminetto troverete delle torte, del pane fresco e un frigo con all’interno di salumi di produzione propria, formaggi e uova sode. Il prezzo è esposto, ma alla fine tutto sta alla decisione del cliente, battendo da solo lo scontrino e lasciando i soldi in cassa. Un bellissimo esempio di fiducia verso il prossimo. Colpisce il ricco mosaico di biglietti di ringraziamento appesi un po’ ovunque, sul soffitto e sulle pareti. Molti sono della zona, ma sono tanti quelli che riportano messaggi e ringrazimenti in altre lingue.

Al di fuori, proprio nel cortile troverete un distributore automatico dove poter acquistare i tipici bicchierini e calici da “ombre” per gustare la vostra bevanda. E il vino? Potete portarlo voi da casa, o acquistare una bottiglia presso gli altri distributori automatici, che troverete nella seconda terrazza panoramica poco più a su, seguendo il sentiero. Da Veneto DOCG, tutto questo per me è geniale!

Che cos’è l’ombra veneta?

La parola “ombra” in dialetto veneto significa “bicchiere di vino”. Da dove deriva questo strano appellativo? Per scoprirlo dobbiamo tornare al periodo della Repubblica Serenissima, quando era facile che due mercanti incontrandosi per concludere un affare finissero con suggellare il proprio patto con un bicchiere di vino. Nel XVII secolo non esistevano osterie e bacari come li conosciamo ora. Il vino veniva venduto dall’antenato dell’oste, che si piazzava con banchetti su cui poneva le damigiane e i bicchieri, sotto i portici e lungo le strade. Lasciare il vino al sole lo rendeva molto sgradevole al palato. L’allora unico gestore della bancarella in Piazza San Marco decise di sfruttare la generosa ombra del campanile dell’omonima piazza, spostandosi seguendo l’andamento dell’ombra proiettata per terra: fu così che i clienti cominciarono a dirsi “andiamo all’ombra?” per indicare il banchetto all’ombra del campanile. Ecco il significato di “ombra” come “bicchiere di vino”.

Armati di ombre e panini potete scegliere il posto dove gustare il vostro aperitivo. Vi suggerisco di salire il sentiero nel vigneto fino alla seconda terrazza panoramica, dove si trovano i distributori col vino, o fino alla cima del colle, dove la vista è ancora migliore. All’Osteria senza Oste non faticherete di sicuro a trovare un punto panoramico da cui godere del tramonto!

Per maggiori informazioni sull’Osteria senza Oste, vi rimando al loro sito web ufficiale. Buon aperitivo!

Cena ad Asolo, la città dei cento orizzonti

Il nostro percorso si conclude con una visita ad Asolo, uno dei borghi più belli del Veneto. Arriviamo ad Asolo che è quasi il tramonto. Il borgo si trova sulla sommità delle colline, circondato dai vigneti.

Una visita completa ad Asolo richiede almeno mezza giornata, ma anche poche ore sono sufficienti per ammirare e apprezzare le strade e gli edifici del centro storico.

La Marca Trevigiana non smette mai di stupire. Anche Asolo fa parte del circuito Borghi più belli d’Italia ed è conosciuto come “città dei cento orizzonti“, appellativo usato dal poeta Carducci ispirato da questa zona meravigliosa per accentuare la bellezza del paesaggio e della vista a 360° che si può godere dalla Rocca e da alcuni punti.

Lasciamo l’auto al parcheggio grauito presso l’USSL numero 2 per salire velocemente fino a porta Loreggia, ingresso alla città fortificata.

Incastonato sui colli che affacciano sul Monte Grappa, questo borgo stupisci per la ricchezza di storia e di edifici storici. L’antica piazza Garibaldi, su cui affacciano la Chiesa, è un vero e proprio scenario da film.

Con i palazzi storici, i bar e le osterie tipiche ad affacciarsi sul piccolo slargo acciottolato, sembra quasi di essere entrato in uno di quei film stranieri dove propongo una tipica rappresentazione italiana.

Il borgo è caratterizzato da un passato legato all’arte e alla musica, con tre figure femmilini arstisticamente e sentimentalmente legate a questi luoghi. Parlo di Eleonora Duse, Freya Stark e Caterina da Cornaro.

Passeggiando tra le storiche strade del borgo vedrete tutto intorno a voi i segni della dominazione veneziana e del passaggio di queste figure emblematiche. Particolarmente affascinante è via Browing, la via diretta da porta Loreggia a Piazza Garibaldi, con il lungo porticato affiancato da negozi e botteghe artiginali decorate da fiori e balconcini, come anche il Castello di Asolo, corte di feste e concerti organizzati da Caterina da Cornaro.

Se vi rimane un po’ di tempo, salite fino alla Rocca, dalla cui sommità godrete forse di quello che, tra i cento orizzonti di Asolo, è quello migliore. Vi ricordo che la Rocca è però aperta nei soli giorni di Sabato e Domenica e non sarei sorpreso se, per l’ora in cui arrivate ad Asolo, la possiate trovare chiusa.

Ad Asolo si conclude la nostra visita. Dopo una veloce passeggiata volta a rivivere la nostra visita precedente, ci sediamo da Porchetta a Manetta dove, davanti a un tagliere di salumi e a un buon calice di Montello Rosso, ci godiamo il meritato riposo.

Per informazioni più dettagliate, vi rimando alla mia guida completa sulla visita di Asolo e dintorni. Spero possa esservi utile!

Vista panoramica dalla Rocca di Asolo

Siamo giunti alla fine di questo itinerario di un giorno tra le Colline del Prosecco.

Questa zona è ricca di tantissimi borghi meravigliosi e cantine a cui andrebbe dedicata una visita più approfondita. C’è abbastanza da riempire un viaggio on the road di tre giorni!

Per citare alcuni nomi, località come Pieve di San Pietro di Feletto, i laghi di Revine, le Torri di Credazzo, Conegliano e Valdobbiadene sono solo alcune delle tante meraviglie da visitare nel corso di un weekend sulla Strada del Prosecco.

Io e Martina siamo entusiasti e volenterosi di visitarli tutti e di condividerli con voi! Restate sintonizzati e continuate a seguirci, per scoprire quali altre meraviglie questa fantastica zona del Veneto ha da riservarvi!

Se cercate altre idee per una gita fuori porta in giornata rimanendo del Veneto, vi posso suggerire:

Spero che questo contenuto possa esservi stato utile per organizzare il vostro viaggio.

Se avete domande o chiarimenti non esitate a lasciare un commento o a scrivermi un’email. Sono sempre molto contento di leggervi e di rispondervi!

Buona giornata e buon viaggio!


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