Tradizioni natalizie italiane: le più belle da ogni regione

Questo articolo può contenere dei link di affiliazione con enti del turismo regionali o nazionali, strutture o servizi privati. All’interno del mio blog ti suggerisco solo esperienze selezionate che derivano da partner affidabili. Se clicchi su uno di questi link, noi riceveremo una piccola commissione, mentre per te non ci sarà alcun costo aggiuntivo. Questo mi aiuta a mantenere libero questo blog e a produrre nuovi contenuti di viaggio originali.
Dagli addobbi sull’albero, lo scambio dei regali, il ritrovo con amici e parenti, la continua diatriba tra pandoro e panettone, l’emozione e la magia dei film natalizi, tutti noi condividiamo molte tradizioni diventate comuni. Sono davvero tante, se ci pensate, e la loro fama si deve al contributo di tutte le regioni: dal panettone e il pandoro al nord, i presepi al centro Italia e i giochi di carte e la tombolata dal sud.
L’Italia però si sa, è un paese meraviglioso fatto di usanze e diversità che convivono tra di loro. Spostandoci lungo lo stivale e a volte di pochi chilometri all’interno della stessa provincia, scopriamo come ogni famiglia abbia le proprie usanze e tradizioni locali che variano soprattutto a seconda della zona geografica.
Tramandate di generazione in generazione, nel nostro paese le tradizioni e le consuetudini natalizie sono più numerose di quanto si possa immaginare.
In questo articolo ho raccolto le tradizioni natalizie regionali più belle, concentrandomi più bizzarre o particolari.
Pronti a scoprirle?
- Tradizioni di Natale della Valle d’Aosta
- Tradizioni di Natale della Lombardia
- Tradizioni di Natale in Piemonte
- Tradizioni di Natale in Liguria
- Tradizioni di Natale in Trentino Alto Adige
- Tradizioni di Natale in Veneto
- Tradizioni di Natale del Friuli Venezia Giulia
- Tradizioni di Natale in Emilia Romagna
- Tradizioni di Natale in Toscana
- Tradizioni di Natale in Umbria
- Tradizioni di Natale in Abruzzo
- Tradizioni di Natale delle Marche
- Tradizioni di Natale nel Molise
- Tradizioni di Natale in Lazio
- Tradizioni di Natale in Campania
- Tradizioni di Natale della Basilicata
- Tradizioni di Natale in Puglia
- Tradizioni di Natale della Calabria
- Tradizioni di Natale in Sicilia
- Tradizioni di Natale in Sardegna
Tradizioni di Natale della Valle d’Aosta

Come accade in molte regioni d’Italia, una delle tradizioni natalizie della Valle d’Aosta è quella dei mercatini organizzati in ogni dove, dalle città più grandi ai paesi più piccoli. Particolarmente amato e conosciuto è il villaggio natalizio di Marché Vert Noel di Aosta, organizzato dal 20 novembre al 6 gennaio.
Una delle storie più curiose legate al Natale in questa regione riguarda il paese di Ayas, dove ogni Vigilia di Natale la messa serale è particolarmente sentita.
Ancora oggi si narra di come una donna di nome Rosa, in ritardo per la celebrazione a causa delle faccende domestiche, prese un sentiero più breve, tagliando per il bosco che passava davanti a un vecchio mulino abbandonato che si narrava fosse sede di spirti e creature malvagie.
La donna però non provava timore perché di cuore puro, così quando le si presentò davanti un enorme serpente minaccioso lei lo affrontò, chiedendo che cosa volesse in cambio del suo passaggio. L’animale chiese, in segno di prova e di fiducia, un pezzo di pane della Chiesa. Rosa accettò e sulla strada del ritorno, la notte di Natale, diede il pane benedetto al rettile che, una volta mangiato, si trasformò in una colomba bianca che spiccò verso il cielo.
Secondo la tradizione, da questa storia deriva l’usanza della sagra del pane micooula, preparato nel periodo natalizio con castagne, noci, uva passa e fichi secchi.
Tra i piatti gustati a tavola in questo periodo in Valle d’Aosta, è molto facile trovare la zuppa alla Valpellinentze, fatta con verza e fontina, la carbonade valdostana, ovvero uno stufato di manzo con spezie, e il celebre mont blanc, dolce alle castagne con panna montata.
Tradizioni di Natale della Lombardia
Parlando di Natale in Lombardia non possiamo non citare il panettone, il simbolo indiscusso della tradizione natalizia di questa regione.
La storia del panettone lombardo viene da molti racconti e leggende diverse. Si narra come fosse nato per errore, o per servire una corte particolarmente richiedente, dando origine al celebre “pan de Toni”. La tradizione popolare narra di come, a causa delle basse temperature e della scarsità di cibo, si fosse cercato di creare un pane più ricco, che aiutasse nel lavoro dei campi, arricchito con burro e uva candita.
Una delle le tradizioni natalizie più antiche è quella del ceppo di natale. Secondo l’usanza, la sera della Vigilia di Natale il capofamiglia metteva nel focolare un grosso tronco di legno, acceso con un fascio di ginepro benedetto e lasciato ardere per le successive dodici notti.
Versava, poi, del vino in un bicchiere e, dopo averne rovesciato un po’ sulle fiamme, ne beveva un sorso e lo passava a tutti i membri della famiglia. Gettava, infine, una moneta sul ceppo ardente e ne donava un’altra a tutti i familiari.
Infine, ogni anno nel periodo natalizio il borgo di Lovere, sul lago d’Iseo, si accende di luci con opere di grandi artisti, illuminazioni scenografiche installate tra le strade e sulle facciate dei palazzi.
Solitamente questa manifestazione coinvolge l’anfiteatro di Piazza Tredici Martiri, l’Accademia Tadini, Piazza Garibaldi, Piazza Vittorio Emanuele II e la promenade intitolata a Lady Wortley Montagu.
Sulla tavola natalizia lombarda non mancano mai due tra i piatti più famosi della regione: la cassoeula, un intingolo di varie parti del maiale e verze, il risotto alla milanese, il cappone ripieno e ovviamente l’immancabile panettone.
Tradizioni di Natale in Piemonte

Chi vive in Piemonte o conosca la regione abbastanza bene avrà sicuramente sentito parlare di Gelindo, il celebre pastore piemontese.
Gelindo non è un semplice pastore ma anzi, è una vera e propria star rappresentata ogni anno nelle opere teatrali natalizie piemontesi, come accade a Torino in questo 2022; specialmente nella zona delle Langhe o nei presepi di tutta la regione.
Di stanza con il suo gregge nel Monferrato, dovette trasferirsi a Betlemme per via di un editto d’Imperatore Augusto dove incontrò Maria e Giuseppe nel loro lungo e impervio viaggio notturno.
La leggenda narra di come il pastore Gelindo sia stato il primo uomo ad arrivare alla grotta della Natività di Betlemme, dove incontrò il bambin Gesù.
Sulla tavola natalizia dei piemontesi non mancano mai gli agnolotti del plin, seguiti spesso dal brasato al Barolo e dal Bonet, un dolce a base di cacao e di amaretti.
Tradizioni di Natale in Liguria

Come accade in tutta Italia, anche in Liguria il Natale si festeggia con un mix di tradizioni pagane e religiose.
Partiamo dalla scelta dell’albero da addobbare. L’albero protagonista del Natale in Liguria è l’alloro, pianta portatrice di buona sorte. La Liguria si sa, non ha molte pinete. Prima dell’avvento degli abeti sintetici, c’era sempre un ramo di alloro al centro delle case.
Inoltre, ogni Vigilia un grosso ceppo di ulivo o di alloro veniva fatto ardere nel focolare, fino alla notte di Capodanno. Si pensava fosse un simbolo propizio per il nuovo anno, volto a purificare la casa e i suoi occupanti.
L’alloro è anche protagonista di cerimonie pubbliche. Quella centrale è la cerimonia del Confeugo, particolarmente sentita in provincia di Genova e di Savona. Pensate, si tiene ancora oggi il giorno di sabato antecedente il Natale, fin dal XIV secolo!
I racconti narrano di come l’Abate del Popolo fosse solito regalare al Doge un grande ceppo di alloro decorato con nastri bianchi e rossi, i colori della bandiera genovese contenente la croce di San Giorgio. Il ceppo veniva bruciato in piazza come simbolo benaugurante per l’anno a venire e i popolani, al termine della cerimonia, cercavano di portare a casa un piccolo tizzone come porta fortuna.
Oggi il falò in piazza segna l’inizio delle festività liguri e viene accompagnato da una breve parata storica, con l’usuale scambio del ceppo dall’Abate al Sindaco vigente.
Tra i piatti della tradizione natalizia ligure citiamo infine i ravioli con u tuccu (un sugo di carne), la cima (pancia di vitello ripiena) e l’immancabile pandolce genovese.
Tradizioni di Natale in Trentino Alto Adige

Anche il Trentino Alto Adige durante il periodo natalizio è un tripudio di mercatini di Natale. In questa regione secondo la tradizione popolare si punta molto a scambiarsi dona artigianali, piuttosto che quelli comperati nei negozi.
Una particolare consuetudine è quella della Corona dell’Avvento, realizzata da ogni famiglia intrecciando rami d’abete con nastri di seta rossa. Sulla corona vengono poste delle candele, quattro in totale, ognuna accesa ogni domenica antecedente al giorno di Natale.
Un’altra tradizione trentina è quella del corteo di cantori che passano di casa in casa per “cantare la nascita di Gesù” portando a volte con loro una stella cometa. Sono infatti conosciuti anche come “Cantori della Stella” e devono completare il giro del paese prima dell’Epifania!
Nei giorni di Natale le tavole trentine sono imbandite di piatti della tradizione, come i canederli, la selvaggina in salsa con polenta e per finire un caldo e delizioso strudel.
Tradizioni di Natale in Veneto
Per quanto Babbo Natale sia ormai il nome più associato alle feste e ai regali natalizi, in alcune zone del Veneto e dell’est della Lombardia la tradizione prevede che non sia Babbo Natale, bensì Santa Lucia, a consegnare i regali, la notte del 12 dicembre.
Questa antica credenza, condivisa specialmente tra le province di Verona, Brescia e Bergamo, è spesso accompagnata da piccoli eventi nella scuole, nei paesi e nelle città delle province.
Il più grande è forse proprio il Mercatino di Santa Lucia in piazza Bra a Verona, il 12 e 13 dicembre.
Ma da dove deriva questa usanza? La storia narra di come nel XI secolo una strana epidemia si diffuse in queste zone, una malattia che colpiva specialmente la vista dei bambini. Le madri devote, nel tentativo di scongiurarla, portarono i loro figli in pellegrinaggio per chiedere la grazia a Santa Lucia, protettrice dei non vedenti. Per convincere i piccoli a mettersi in marcia nonostante il freddo, promisero loro che al ritorno la Santa avrebbe fatto trovare dei doni di ringraziamento.
Da allora, la notte tra il 12 e il 13 dicembre i bambini attendono che Santa Lucia porti i doni in groppa all’asinello.
Anche in Veneto i pranzi e le cene nei giorni di Natale e della Vigilia sono eventi importanti. A seconda delle zone si mangiano bigoli, risi e bisi, baccalà alla vicentina e carne lessa, per terminare con il celebre pandoro, spesso accompagnato con creme o mostarda.
Tradizioni di Natale del Friuli Venezia Giulia

Come accade in altre zone e regioni d’Italia, il Natale in Friuli Venezia Giulia ha un forte legame con il fuoco. Ogni Vigilia di Natale, come da tradizione, le famiglie erano solite accendere il Nadalin (detto anche zoc), un grosso ceppo da far ardere sino all’Epifania.
Questo, solitamente di quercia, faggio o gelso, veniva raccolto con un anno in anticipo e fatto stagionare, affinché durasse per più tempo all’interno del focolare.
Secondo questa usanza pagana, più grosso era il ceppo, più fortuna avrebbe portato al focolare domestico.
La gestione del Nadalin riguardava tutta la famiglia. Mentre era la persona più anziana ad accenderlo, toccava al più giovane in casa prendersene cura e tenerlo acceso.
Nel giorno dell’Epifania, il ceppo veniva spento, il pezzo rimanente utilizzato per l’accensione l’anno seguente e la cenere sparsa ai quattro angoli dei campi, per benedire i raccolti.
Anche nelle tavole del Friuli Venezia Giulia si festeggia il Natale. Un pasto tradizionale non manca mai dei cjarsons (ravioli con ripieno dolce), la brovade e muset (zuppa di rape) e la gubana (focaccia ripiena di frutta secca).
Tradizioni di Natale in Emilia Romagna
In Emiliia Romagna il Natale si festeggia in maniera tradizionale: dagli addobbi sull’albero, il presepe e messa la notte del 24 Dicembre, per arrivare al grande pranzo nel giorno di Natale.
La notte di Natale la famiglia si riuniva attorno al camino, dove veniva acceso un enorme ceppo natalizio, lasciato ardere fino alla mattina successiva. Prima dell’accensione alcune famiglie chiamavano il parroco affinchè benedicesse il camino, in modo da rimuovere ogni forma di paganesimo.
Dopo l’accensione del ceppo di Natale seguiva un rito chiamato arimblén. Si tratta di una sorta di pesca che doveva permettere a chi la eseguiva di scoprire come sarebbe stato l’anno nuovo.
Che cosa si mangia a Natale in una delle regioni italiane più famose per la cucina? Si parte dai primi: tortellini in brodo, l’immancabile lasagna o i cappelletti in brodo. Seguono il cappone, il bollito misto e il panone di Natale.
Tradizioni di Natale in Toscana
Le tradizioni natalizie in Toscana sono davvero tante!
Una delle più inusuali si svolge ogni notte della Vigilia di Natale ad Abbadia San Salvatore, un borgo alle pendici del Monte Amiata.
La notte del 24 dicembre il borgo si trasforma nella Città delle Fiaccole. Qui a ogni angolo del centro storico vengono accese enormi cataste di legna a forma di piramide.
Illuminate dalla luce e dal calore del fuoco, le persone si riuniscono per stare insieme, cantare, mangiare e riscaldarsi con una buona cioccolata calda o del vin brulè.
In maniera molto simila a Gorfigliano, in provincia di Lucca, la notte della vigilia si bruciano i Natalecci: delle imponenti costruzioni fatte con i rami e gli arbusti ricavati dalla pulitora del sottobosco in inverno.
Secondo la tradizione vengono bruciati per illuminare la strada a Gesù bambino.
I piatti natalizi in Toscana sono i cappelletti in brodo, il caciucco e le vecchierelle.
Tradizioni di Natale in Umbria

Questa terrra di borghi storici ospita ogni anno tantissimi presepi e mercatini natalizi.
Sapevate che proprio in Umbria, nei pressi di Assisi, venne creato il primo presepe?
Tra le moltissime tradizioni natalizie umbre, molte sono legate alla cucina e agli eventi locali.
Ogni 7 dicembre sulla montagna di Gubbio si accende l’albero di Natale più grande d’Italia. Lungo 750 metri, si sviluppa lungo tutta la collina coprendo una superficie di 130 mila metri quadri per un totale di 700 corpi luminosi.
Nell’avvicinarsi del Natale, a Norcia si feteggia la tipica Festa delle Campane con un enorme falò la notte del 9 dicembre, acceso per annunciare il passaggio della Santa Casa Madonna di Loreto.
A tavola a Natale in Umbria si mangia principalmente un primo di pasta fresca con carne di cinghiale e tartufo, seguito solitamente dal piccione arrosto e dal panpepato.
Tradizioni di Natale in Abruzzo
Anche in Abruzzo il Natale è legato al calore famigliare e a quello sprigionato dal tradizionale rito del ceppo. Secondo l’usanza, un ceppo viene acceso la notte della Vigilia per essere alimentato fino alla notte di Capodanno.
Si tratta di una credenza forte: simboleggia l’anno che se ne va e porta con sè tutte le cose, belle o brutte che siano state, gettendo le ceneri sul futuro. In alcune zone, propria con questa intenzione, le ceneri venivano sparse sui campi da coltivare, per renderli più fertili in vista del nuovo anno.
Sono davvero tantissime le tradizioni legate al fuoco in Abruzzo, a partire dalla notte dei Faugni a Tufillo, il falò con la catasta a Nerito di Corognaleto o la fiaccolata a Opi o nel borgo di Santo Stefano, frazione di Sante Marie.
Sulle tavole degli abruzzesi a Natale è facile trovare le crispelle in brodo di carne, gli arrosticini e il parozzo (una sorta di pane dolce impastato con farina di mandorle).
Tradizioni di Natale delle Marche

Il Natale nelle Marche è all’insegna dei presepi e dei mercatini.
Proprio in questa regione si può visitare il presepe vivente più grande al mondo, organizzato ogni anno a Genga, nella Gola di Frasassi.
A Urbino si tiene la Via dei Presepi, una mostra davvero curiosa ricca di presepi artigianali, con la scena della natività proposta sotto diversi scenari.
A Candelara, un piccolo borgo nel pesarese, viene allestita una fiera dedicata esclusivamente alle candele. Quale occasione migliore per visitare Candelara! Di notte il paese spegne tutte le luci artificiali, accendendo migliaia di canele creando un’atmosfera davvero suggestiva!
La tradizione culinaria nelle marche a Natale ruota principalmente attorno ai vincisgrassi (una sorta di lasagna), alla pasticciata (simile all’arrosto) e alla pizza dolce di Natale.
Tradizioni di Natale nel Molise

Le tradizioni di Natale in Molise sono davvero tante!
Si parte con la “Ndocciata“, una tradizione riconosciuta come “Patrimonio d’Italia per la tradizione” nel 2011. Si svolge ogni anno ad Agnone in una lunga quanto emozionante processione di fiamme e scintille, portata a San Pietro da Papa Giovanni Paolo II nel 1996, per farla vivere di persona ai romani e ai pellegrini da tutto il mondo.
La sera della Vigilia di Natale i gruppi di portatori si riuniscono, attendono il suono della campana grande alla chiesa di San’tAntonio e sfilano per il paese con le loro torce e i giochi di luce.
Una seconda tradiziona natalizia riguarda il fuoco. Si tratta quella della Faglia di Oratino, un borgo medievale dove un certo di circa 15 metri viene costruito con canne e rami secchi e trasportato in spalla da 40 persone fino al centro del paese. Questo brucia per tutta la notte di Natale e dai suoi resti le persone raccolgono qualche scheggia da conservare come augurio di fortuna per il nuovo anno.
Tra i piatti tipici della tradizione natalizia molisana ci sono la pizza di Franz (un brodo di cardi con un impasto di parmigiano, uova e formaggio chiamato “pizza”), il baccalà gratinato e il Milk Pan (zuccotto con crema al liquore).
Tradizioni di Natale in Lazio
Nel parlare di tradizioni natalizie laziali non posso non partire dalla “marcia delle ciarmelle“. Le ciarmelle sono gli antichi strumenti che gli zampognari tengono appoggiati sulle spalle passando a raccontare di famiglia in famiglia storie di natività e ricordi andati perduti.
Quest’arte, ormai quasi andata perduta, viene dalla Ciociaria. Arrivavano con i loro cappotti spessi e i cappelli rattoppati, suonavano spesso per qualche spiccio o in cambio di salumi, frutta secca o qualche dolce natalizio. Erano gente semplice e cercavano giusto quel poco che gli consentisse di superare il loro inverno tra le montagne.
Per quanto l’arte e la storia dei pastori sia sia evoluta sino ai nostri giorni, nei quartieri e nei paesi del Lazio è ancora possibile sentire il suono delle zampogne nell’aria durante il periodo natalizio. Tornano a raccontare di un tempo che fu, scaldando le case, le piazze e i presepi viventi sparsi sul territorio con le loro magiche storie.
Tra i tanti sparsi tra i borghi e i paesi del Lazio dove questo accade, uno dei più rinomati è quello di Greccio, in provincia di Rieti.
Nei piatti dei laziali legati alla tradazione, a Natale è facile trovare il brodo di gallina, l’abbacchio con patate e il pangiallo, fatto con frutta secca, miele e zafferano.
Tradizioni di Natale in Campania

Un po’ come accade in tutto il sud Italia, il cibo e la famiglia sono il vero collante del Natale campano.
Dal 24 dicembre in poi, i campani tendono a invitare e a visitare amici e parenti abitudinari o tornati da lontano. Si organizzano grandi pasti e si passano le serate giocando in compagnia.
Uno dei giochi più diffisu è proprio la Tombola, nata proprio a Napoli nel XVIII secolo. Quella napoletana è conosciuta come la “tombola scostumata” poichè a ogni numero viene associato un significato o un simbolo della Smorfia.
Un altro gioco molto diffuso è Sette e mezzo, giocato con un tradizionale mazzo di carte napoletane. Scopo del gioco è fare il punteggio più alto, senza superare il massimo che è, appunto, di sette e mezzo.
Nel citare il Natale in Campania non posso citare la tradizione forse più famosa: il presepe.
Nel visitare Napoli, non solo a Natale, fate una passeggiata fino a San Gregorgio Armeno, la strada del capoluogo campano rinomata per le opere degli artiginali napoletani dell’arte presepiale. Il lavoro lavoro qui non rappresenta solo l’arte, ma anche l’innovazione. Accanto alle ricostruzioni più tradizionali, gli artisti propongono statuette diverse e originali, includendo spesso personaggi famosi dell’anno che volge a concludersi.
Se Napoli è la regina dei presepi, Salerno regna con le sue famose Luci d’Artista. Sotto natale le strade del centro e del porto si illuminano con installazioni artistiche splendide a seguire un tema, unico ogni anno. Ho visitato le installazioni natalizie di Salerno nel 2017 e vi posso confermare come fossero meravigliose!
Tra i piatti dei pasti natalizi napoletani c’è il tradizionale spaghetto con le vongole, il baccalà fritto, l’insalata di rinforzo, gli struffoli e i liquori, come il delizioso Strega.
Tradizioni di Natale della Basilicata

Tra le tradizioni natalizie più sentite e custodite in Basilicata c’è quella delle Novene di Natale, riproposta principalmente a Terranova del Pollino e a Piperi. Si tratta di un rito della cultura pastorale che si ripete ogni giorno, dal 16 al 24 dicembre. Durante questi 9 giorni gli zampognari percorrono all’alba il centro storico del paese per recarsi in chiesa, dove accompagnano con il suono della zampagna il rito del rosario e della Santa Messa mattutina.
Come accade per tante altre regioni del centro e sud Italia, anche in Basilicata si da una grande importana e attenzione al presepe. Particolarmente belli e celebri sono quelli nei Sassi di Matera e ad Anzi, rinomato tra essere uno tra i più grandi d’Europa.
La cena di Natale lucana della tradizione comprende gli strascinati (una pasta che ricorda le orecchiette, ma più lunga), il baccalà con i peperoni cruschi e U’ piccilatiedd, pane dolce alle mandorle con uova sode.
Tradizioni di Natale in Puglia

In Puglia sotto Natale è molto sentita la tradizione dei presepi.
Lecce è forse la città protagonista, infatti ospita ogni anno eventi dedicati. All’interno dell’anfiteatro romano viene reallizato un imponente prese monumentale a ricreare i tipici paesaggi del Salento con ulivi, muretti in mattoni e rappresentazioni degli antichi mestieri con statue in gesso.
Sempre a Lecce viene svolta la Fiera di Santa Lucia dove, affianco alle bancherelle con i deliziosi prodotti tipici, molti artigiani propongono i propri presepi realizzati a mano.
Sulla tavola natalizia pugliese è facile trovare le orecchiette con le cime di rapa, il baccalà al forno le lenticchie, i mostaccioli e le cartellate.
Tradizioni di Natale della Calabria
La Calabria è una terra ricca di tradizioni e non mancano di certo quelle natalizie.
È forte anche qui l’impegno per i presepi artistici e quelli viventi (da ricordare quelli di Panettieri in provincia di Cosaenza e di Caria, nei pressi di Vibo Valentia, come anche quello di Morano Calabro).
Anche in Calabria si celebrano le Novene, suonate dalla banda di zampognari noti con il nome di “banda pilusa” in diverse località, tra cui Santa Maria dell’Isola.
Il Natale a tavola in Calabria è una cosa seria! Si racconta come il cenone della Vigilia sia composto da ben 13 portate! Tra cenone e pranzo di Natale le tavole calabresi si ricoprono di bontà come le crispelle, il baccalà (fritto o in umido) e la pitta nchiusa (un dolce con farina, zucchero, olio d’oliva, uvetta, spezie, miele e noci).
Tradizioni di Natale in Sicilia

Come accade anche in altre regioni d’Italia, anche in Sicilia gli zampognari, detti “ciaramiddari” intonano le novene di Natale, dei canti narrativi sulle vicende della natività, solitamente tramandati oralmente.
A Monreale suonano tutti i giorni, dalla mattina alla serata, nel periodo che va dall’Immacolata all’Epifania.
Tra i presepi, famosi anche in questa regione, il più suggestivo sicuramente quello di Custonaci, in provincia di Trapani, che prende vita all’interno di una grotta naturale affacciata sul mare.
Una tradizione natalizia tutta siciliana è quella della Zecchinetta, un gioco di carte che, leggenda vuole, sia stato inventato dai lanzichenecchi nel XVI secolo.
Tra le portate principali di Natale, in Sicilia si prepara lo sfincione, ad Agrigento la pasta ‘ncasciata, il falsomagro e la tradizionale cassata.
Tradizioni di Natale in Sardegna

Anche in Sardegna il Natale è un momento molto sentito, specialmente dal punto di vista familiare e religioso. Ogni anno, la notte del 24 dicembre nelle chiese di Alghero i fedeli intonano il canto della Sibilla. Si tratta di un antico canto medievale, eseguito in lingua catalana, quasi a testimonianza del legame esistente tra l’isola e la regione della Catalogna. Eseguito rigorosamente al buio, il testo si basa sulle immagini del tribunale di Cristo nella vallle di Giosafat dove, secondo le scritture, avrò luogo un’adunata di tutte le nazioni e il Giudizio universale.
Solo alla fine del canto quando, secondo la credenza, lo Spirito Santo arriva ai fedeli, si possono riaccendere le luci.
Un’altra usanza sarda chiamata “Sa Candelaria” si tiene il 31 dicembre e riguarda i bambini. Durante il giorno si muovono nel loro quartiere, bussano alle porte e chiedono i cocones (un tipico pane preparato per le festività), la frutta, i dolciumi e qualche moneta ponendo sempre la stessa domada: “a nolla dazes sa candelaria?” ( “ci date la candelarìa?”).
A tavola in Sardegna è facile trovare i culigones de casu , il tradizionale porceddu e del Pabassinas (dolce di pasta frolla fritto con frutta secca).
Che ne pensate di provare una tradizione diversa dal solito?
A casa mia, come da tradizion, mangiamo la cucina natalizia veneta e seguiamo i “rituali” della nostra regione, ma da qualche anno anche i miei genitori si sono aperti a tanti piatti e usanze curiose che ho scoperto grazie ad amici e persone conosciute intorno al mondo. Non è mai troppo tardi per aprirsi alle novità!
Questo non è l’unico articolo che parla del Natale qui sul blog, passate a leggere qualche altra curiosità:
- Tradizioni di Natale dal mondo: le 20 curiosità che forse non conoscevate
- Tradizioni natalizie britanniche: tradizioni sul Natale da ogni paese dell’UK
Se siete invece alla ricerca di idee per una visita ad alcuni dei più belli mercatini natalizi in Italia e nel Regno Unito, lasciate che vi consigli:
- Mercatini di Natale ad Arco sul Lago di Garda
- Guida ai mercatini e agli eventi di Natale a Edimburgo
- Mercatini di Natale a Londra: la nostra guida ai più belli da visitare
Spero che questo blog post sulle tradizioni natalzie italiane vi sia paciuto!
Buona giornata e buon Natale!
Per le foto all’interno dell’articolo si ringraziano:
- Pane micooula, photocredit Mondo Del Gusto;
- Gelindo, photocredit Fabrizio Cena;
- Confeugo, photocredit Tiziano L. U. Caviglia;
- Corona dell’avvento, photocredit FRANCO600D;
- Nadalin, photocredit Pietro;
- Abbadia San Salvatore, photocredit intoscana.it;
- Albero di Natale a Gubbio, photocredit Ambra Simonetti;
- Candelara, photocredit Federico Sabbatini;
- Ndocciata, photocredit pietrangelo;
- Zampognari, photocedit Leonardo;
- Smorfia Napoletana, photocredit Erik;
- Novene, photocredit Gabbbbbry!;
- Mercatini di Natale a Lecce, photocredit Alessandra Notarangelo;
- Presepe di Custonaci, photocredit Melqart;
Ringrazio Martina Varchetta per il suo prezioso contributo da web editor.